venerdì 31 ottobre 2014

NON SAREBBE MALINDI

Non sarebbe Malindi se non ci fosse il sole
che fa capolino anche quando non vuole
sorridendo dietro nuvole basse e scure
che fa piovere sognando nuove arsure

Non sarebbe Malindi se non ci fosse il mare
il grande oceano che tutto può portare
pesce, alghe, argilla, novità e sventure
una rapsodia in blu con mille sfumature

Non sarebbe Malindi se non ci fosse il cielo
che lo respiri denso e t’avvolge come un velo
ti fa sentire come al centro di un dipinto
ti dice che sei vivo se non ne sei convinto

Non sarebbe Malindi se non ci fosse la natura
i fertili terreni, la frutta e la verdura
le bugainville cangianti e i fiori profumati
i baobab secolari nei campi coltivati

Non sarebbe Malindi se non ci fossero i bambini
tra la polvere, l’erba e il fango dei loro destini
con le pupille rapite da sogni ancora puri
a ridere e giocare all’ombra dei tuguri

Non sarebbe Malindi se non ci fossero i vecchi
coperti dai kikoy , con gli occhi come specchi
schiena dritta, rughe vive e volto stanco
la miseria li precede, la dignità al loro fianco

Non sarebbe Malindi se non ci fossero le donne
madri a quindici anni, inconsapevoli madonne
tra rassegnazione, sogni ed occasioni perse
sperando che uno straniero le consideri diverse

Non sarebbe Malindi se non ci fossero gli odori
gli scarichi degli autobus, le ascelle ed i sudori
il pesce da essiccare, la frutta marcescente
le griglie accese in strada, le spezie dall’oriente

Non sarebbe Malindi senza gli italiani
esuli, turisti, dal cuore d’oro o gran ruffiani
Chi ha scelto questo posto per vivere davvero
chi è rimasto perché in fondo in fondo è nero

Non sarebbe più Malindi, o forse lo sarebbe ancora
In Africa non cambia nulla o tutto muore in un’ora
Chissà cosa sarà di questa terra che non sia già stato
Speriamo sappia di pace, di natura e amore amato.

giovedì 30 ottobre 2014

GENOA-JUVENTUS 1-0 (94' Antonini)

Uno di quei godimenti che capitano poche volte nella vita. 
E' Davide che prende a calci Golia e gli chiede che fa stasera sua sorella, il Pellerossa solitario che tende la trappola a un intero drappello di yankee, la gazzella che si sdraia sul leone morto d'infarto nell'inseguirla.
E' il mondo all'incontrario, che va come dovrebbe andare ma non sempre, l'anarchia che si fotte l'ordine precostituito, Joe Strummer che canta "I fought the law", Wil Coyote che strapazza Beep Beep, Mike Tyson che va al tappeto contro James Douglas, la pecora che soffoca il lupo con la sua lana, Abebe Bikila a piedi scalzi. E' il fantastico gioco del calcio, che per quanto specchio del Vecchio Continente stanco, corrotto e nauseante, regala ancora la gioia dell'inatteso, del sognato. Forza Genoa!

sabato 25 ottobre 2014

ADDIO JACK BRUCE, LEGGENDA DEL ROCK BLUES

Se n'è andato Jack. Uno dei più grandi bassisti rock blues di sempre (non solo per i Cream, i Bluesbreakers o i dischi solisti, ascoltarlo in "Apostrophe" di Zappa, ad esempio). Dotato di una voce versatile e originale (il meglio nel suo primo album solista e in "Disraeli Gears" dei Cream), autore intelligente di brani che hanno influenzato il rock e anche il pop di un'intera generazione. E' sua una delle mie canzoni preferite in assoluto: "White Room". Mi farai godere ancora tanto, ascoltandoti.
So dove sarai adesso, gran bevitore scozzese: in una camera bianca, con le tende nere, vicino alla stazione.

mercoledì 22 ottobre 2014

DEL CURATOLO E L'AMICIZIA: "VIVERE ERA UNA SCHEDINA" (da La Provincia)

Amicizia, cibo e Totocalcio. Può un romanzo fallire partendo da questi ingredienti?
Forse, a patto che l'autore tratti di queste cose attraverso una conoscenza teorica, indiretta, filosofica; e accordata su una nota nostalgica troppo ammiccante. Pericoli che non corre Freddie del Curatolo il quale, nel consegnarci il suo nuovo romanzo "La schedina di Gaetano" (Liberodiscrivere, 247 pagine 15 euro) mette a frutto una vita da giramondo sensoriale. Del Curatolo è stato (è) giornalista, è stato (ed è) musicista, è stato (e più che mai è) scrittore. E' stato (ed è ancora) persino gastronomo: l'invito è a cercare nel libro la pagina in cui egli stesso, per bocca di uno dei suoi personaggi, prende le distanze dagli chef per ribadire un amore più appassionato e "freelance" verso i fornelli.
Esperienze, prove, godimenti e nostalgie. Questa la materia prima del romanzo. Cotta alla luce rovente di un mito, quello del calcio. La storia, della quale comunque meglio non rivelare troppo, segue le vicende parallele e a tratti tangenti, di due grandi amici - Eugenio e Sandro - uniti da molte affinità elettive, a cominciare da quella cromatica; amano entrambi il rosso e il blu, solo che per uno l'accostamento corrisponde al Genoa e per l'altro al Bologna. Poco importa, ci sono più elementi in comune che differenze tra queste squadre, e quel che conta è che sia condiviso un sentimento particolare, quasi una visione, nei confronti del calcio: materia popolare, mito, epopea di eroi da scoprire.
Eugenio e Sandro, insieme, diventano i Jerry Lewis-Den Martin della schedina, i Lennon-McCartney del'1X2. La coppia perfetta. Anche perché contano su un angelo-mentore infallibile: Gaetano Scirea. Proprio lui, la leggenda della Juve, il campione del mondo 1982, il giocatore più corretto di sempre (mai espulso).
La presenza - letterale - di Scirea nel romanzo colloca la storia nel tempo: tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Non poteva essere altrimenti, il rito di compilare la schedina - tra ispirazione, preveggenza, sapienza, istinto e comunione spirituale con la breriana Dea Eupalla, ci rimanda a tempi quando il gioco, pure legato alla fortuna, imponeva una partecipazione umana e sentimentale: non bastava grattare per vincere, e neppure era sufficiente pigiare bottoni di una slot machine digitale.
Attraverso il vieppiù tradito paese del "miracolo italiano", Del Curatolo conduce i suoi personaggi a un finale che lascia a bocca aperta. Per saperne di più, leggere il libro...
(Mario Schiani)

giovedì 16 ottobre 2014

FREDDIE GIOCA LA SCHEDINA DI GAETANO (da Qtime)

È andato lontano Alfredo del Curatolo, in arte Freddie, cantautore, giornalista e scrittore che nel 2005 ha deciso di lasciare il nostro Paese per volare a Malindi. Necessità e un pezzo di cuore l’hanno riportato in Africa a vivere un’altra esperienza incredibile, sia dal punto di vista umano sia da quello professionale. Nel suo caso, per dirla con Stefano Barotti, è davvero difficile capire quanto dista l’uomo dall’artista. Un vulcano sempre attivo, che vive la vita con gli stessi caratteri caldi e strabordanti che ne distinguono anche l’opera letteraria.
Il suo ultimo romanzo, “La Schedina di Gaetano”, pubblicato in questi giorni dopo l’ottimo “Safari Bar”, viene presentato venerdì 17 ottobre, alle 18.00 – la superstizione non lo ha contagiato nemmeno in Africa, quella forse la riserva solo per il suo amato Genoa – alla Feltrinelli di Como, dove Freddie dialogherà con Mario Schiani e Maurizio Pratelli. In occasione di questo evento, che riporta Freddie a Como, QTime lo ha intervistato.
Per quanto si fugga in Africa, “La schedina di Gaetano” è un romanzo tutto italiano.In Kenya sono andato nel 2005, quando ancora le cose non giravano così male nel Belpaese. Oggi mi rendo conto che la scelta fatta è giusta anche da quel punto di vista. In Africa si ha più tempo per le passioni: le mie sono scrivere, leggere, ascoltare musica, dirigere una scuola calcio di ragazzi di strada, viaggiare, fare il bagno in mare almeno un giorno sì e un giorno no… devo continuare? Questo romanzo invece era necessario perché racchiude il periodo precedente al mio incontro con il Continente Nero, avvenuto nel 1990.
Forse quell’Italia in cui si immerge il romanzo non c’è più, e nemmeno quel calcio.
Anche senza il forse. Tornando in Italia ogni anno se non ogni due, per poche settimane, ci si rende conto più nitidamente dei cambiamenti. Quel che mi mette più tristezza è il muto, rassegnato adeguarsi delle persone ai tempi cui sono costrette.
Passando dalla radio a Sky cosa ha perso il calcio?
La fantasia, il sogno, l’epica. Una volta ti chiedevi se Benetti fosse così spietato anche nella vita, idealizzavi Facchetti e Zoff come potessero essere tuo padre e avevano solo trent’anni. Oggi sei aggiornato anche sui nei delle natiche delle fidanzate dei campioni. Ma non voglio fare retorica né attaccarmi all’inevitabile nostalgia. Sono cresciuto con il calcio allo stadio o alla radio e attendendo l’una di notte per vedere i gol del Genoa in serie B alla Domenica Sportiva. Ci tornerei domattina, anche senza ringiovanire.
Da quanto tempo non fa più una schedina?
Più o meno da quando siamo infettati da “Gratta e vinci” e scommesse varie. Hanno lottizzato anche la più genuina delle speranze. Preferisco le vecchiette che ancora si giocano al lotto i numeri che hanno sognato, o cercano sul libretto l’equivalente di una nuvola a forma di elefante, il callo sul mignolo del piede o le specifiche del matrimonio di Clooney.
C’è sempre un Gaetano che torna nei tuoi libri, oggi Scirea ieri Rino.
Ci ho pensato. E’ sicuramente un nome che ricorre nella mia vita e legato anche ad un immaginario fatto di genio, umiltà, passione. Oltre al tragico destino che li accomuna. Non dimenticherei nemmeno un mio mito di gioventù, l’anarchico Gaetano Bresci…
Anche Genova e il Genoa non mancano mai, ma Como proprio non ti è entrata nel cuore?
Como ha avuto la “sfortuna” di arrivare dopo l’Africa, Genova c’era già prima. Ormai sono un keniota al pesto, come mi ha detto qualcuno in Liguria. Per un uomo d’oceano è difficile abituarsi all’idea di un’acqua chiusa, ma il Lario mi ha insegnato molto, mi ha reso più metodico, attento, scrupoloso. Cose che gli africani proprio non riescono a inserire, anche solo a piccole dosi, nel loro DNA.
L’amicizia è un altro tema ricorrente.La Schedina di Gaetano è un romanzo sull’amicizia e sui rapporti veri. Oggi gli uomini non vogliono più mettere in relazione le loro solitudini. Parlano e s’azzuffano su questioni globali: la politica, le dispute religiose, l’animalismo. Passano ore a chattare in Facebook e non si conoscono. Una volta ci si voleva bene o si litigava quando con genuino altruismo si andava a scavare nel cuore dell’altro, quando amicizia voleva dire anche essere psicologi a vicenda, non solo condividere citazioni o filmati su youtube.
E poi la musica, le canzoni.
Cartine al tornasole dei sentimenti, della voglia di vivere, di evadere, di lasciare che siano i grandi interpreti a parlare di quello che stai provando, quando le parole non sono più necessarie. La musica è parte integrante della mia vita e un romanzo sui sentimenti, sull’amicizia, sul destino, non poteva che avere una sua colonna sonora, proprio come un film.
In quella del tuo “film” c’è anche Our House di CSN&Y, la tua casa quale è?
Casa mia è un foglio bianco, la chiave per entrarci è una penna. Tutto intorno è la curiosità. Un giardino immenso che non mi stancherò mai di esplorare.
A tratti in questo libro mi sei sembrato l’alter ego di Gianluca Morozzi. In fondo siete entrambi rossoblù. Lui tifa per il Bologna, tu per il Genoa. Lui accecato da Springsteen Freddie da chi?In effetti Sandro, uno dei due protagonisti, è un tifoso rossoblu del Bologna. Ma è Eugenio, il genoano, a coltivare la passione per la musica, come Gianluca Morozzi, di cui apprezzo l’ironia e il saper parlare della fede calcistica come qualcosa di profanamente sacro. Ci accomuna la passione per Bob Dylan, ma su Springsteen, che rimane un grande, io ti rispondo: John Mellencamp tutta la vita! Per i testi, la voce e la vera natura contadina dell’America.
Progetti per il futuro?
Ci penso dopo aver cenato e bevuto una buona bottiglia di vino. Ho dei sogni: vorrei pubblicare il secondo album da cantautore dieci anni dopo il mio esordio “Nel regno degli animali” del 2005. I pezzi ci sono. Vorrei registrarlo in Sudafrica, negli studi dove nacque “Graceland” di Paul Simon. D’altronde sono più vicino a casa…

martedì 14 ottobre 2014

FREDDIE DEL CURATOLO PRESENTA "LA SCHEDINA DI GAETANO" A RIMINI

Dategli la possibilità di avere un palco e un musicista, ed ogni sua storia diventerà uno spettacolo. Freddie è ancora in Italia per una settimana e dopo aver presentato il suo libro a Milano, giovedì scorso ed essere tornato nel fine settimana a uno dei suoi vecchi amori, la canzone, sul palco tra Marche e Romagna per un tributo al cantautore Rino Gaetano.
Giovedì 16 ottobre sarà accompagnato dal chitarrista e cantante Beppe Ardito, anima della band "Miami and the groovers" in una lettura creativa e musicale del suo romanzo che parla dell'Italia che lui lasciò tanti anni fa e di una storia tra il reale e il fantastico con il mondo del calcio nello sfondo e il senso perduto dell'amicizia in primo piano. Appuntamento al Circolo Milleluci, in via Isotta degli Atti a Rimini, alle ore 21.

giovedì 9 ottobre 2014

DEL CURATOLO A MILANO PER PRESENTARE "LA SCHEDINA DI GAETANO" CON ANDREA GALLI

Non si parlerà solo del suo ultimo romanzo dal titolo "La schedina di Gaetano" che ci ricorda com'eravamo trent'anni fa, ma anche del Kenya e di "Safari Bar", del quale saranno a disposizione alcune copie. L'appuntamento eccezionale di quest'anno a Milano con Freddie è l'occasione per rincontrare il direttore di Malindikenya.net in Italia, prima che faccia ritorno a Malindi, presumibilmente per altri 12 mesi. Freddie sarà questo pomeriggio, a partire dalle 18.30, al Nord Est Caffé di via Borsieri 35, dove presenterà appunto la sua ultima creatura editoriale insieme con il giornalista del Corriere della Sera Andrea Galli e altri ospiti speciali. Poi la serata andrà avanti con la sua presenza e un concerto jazz nel famoso locale dell'Isola.

lunedì 6 ottobre 2014

FREDDIE DEL CURATOLO IN "LA SCHEDINA DI GAETANO" A SARZANA CON STEFANO BAROTTI

Comincia questa sera, alle 19, il tour di presentazioni "creative" del nuovo romanzo di Freddie del Curatolo, dal titolo "La schedina di Gaetano". Per una volta il direttore di Malindikenya.net non parla d'Africa in un suo libro, ma racconta l'Italia di quando lasciò il Belpaese per trasferirsi in Kenya, alla fine del Ventesimo secolo. Con un tocco d'autobiografia e molta verve surreale, "La schedina di Gaetano" narra la storia di un'amicizia dall'adolescenza all'età adulta, sotto l'egida di passioni come il calcio, la musica e ovviamente l'amore. Una grande metafora sui sogni, le speranze e sul destino dell'ultima generazione che poteva ancora credere in un mondo migliore. Questa sera a Sarzana (SP), alle 19 all'osteria I Fondachi, con la partecipazione del cantautore Stefano Barotti, del poeta Mauro Macario e di altri ospiti speciali. Prossimo appuntamento a Milano, Nordest Caffé, giovedì 9 ottobre alle 18.30