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domenica 25 ottobre 2015

EMPOLI-GENOA 2-0 Il commento del Beccioni: "PIU' CHE MAGO, MAGONE. IL VERO G. E' UN ALTRO"




Non ci voleva un fenomeno per cercare di giocarsela, oggi ad Empoli.
Bastava essere un altro G.
Non parliamo del Signor G, ci mancherebbe altro.
Per capire uno come lui non sono bastati trent’anni e migliaia di animali al potere e al nostro fianco; in autobus, al lavoro, in famiglia, forse anche allo stadio.
In questi giorni andate a riascoltarvi “La pistola” del 1978, ad esempio.
Magari sulle immagini di quell’idiota di europarlamentare leghista intervenuto in diretta.
Ma non divaghiamo.
Stiamo parlando di calcio, non di società.
Di semidei tatuati, non di esseri umani tarati.
Di erotismo, non di pornografia.
Allora oggi nella terra di Dante e di Pieraccioni, sarebbe bastata l’intelligenza di Gasparri, senza arrivare per forza a quella di Giampaolo, che è il suo sosia ma di calcio ne capisce di più, e ci auguriamo anche di vita.
E invece il Grifone di quest’anno è squadra da orgasmi casalinghi, di quelli con la consorte da nozze d’argento, che solo grazie alla nostra fantasia riusciamo a rendere sempre piacevoli, quasi inediti.
Come in “E’ sabato” del nostro G preferito, guarda un po’.
In casa è sempre sabato, in trasferta lo era questa settimana.
Ma sabato o domenica, lontano da casa brancoliamo alla ricerca del Punto G.
Un punto G, uno solo, quello di Udine.
Per il resto il Mago del calcio italiano ci ha condotto ad un glorioso cammino fuori da Zena  che ci regala gli stessi punti di Carpi e Frosinone.
E’ sabato! Potremmo rivedere con gli occhi e con il cuore le forme a noi care, benche “risapute e stanche” di glorie passate e vive nei nostri turbamenti.
Sì, dai!
Facciamolo ancora!
Troppo facile, per un sadomasochista tattico come Mago G.
Con il suo gatto a undici code e il sorriso in latex, l’orgasmato di Collegno propone un turnover solo per un terzo, lasciando in panca gli eroi delle ultime trasferte, Burdisso e De Maio, per lanciare il sextoy misterioso Munoz e la MILF Marchese, che dall’avvento del figlio di Calogero non è buona nemmeno per il twerking.
Al centro, date le tre partite ravvicinate in otto giorni, Punto G. non trova di meglio che piazzare Rincon sulla fascia, che è come avere a disposizione Bar Refaeli per un pomeriggio e chiederle di far la lavatrice e stendere i panni.
Qui Gasparrini dimostra che avrebbe fatto meglio ad entrare in politica, magari nel movimento 343 stelle.
Rincon sulla fascia si stanca, non fa filtro in difesa, non aiuta il regista al suo fianco, brancola come un ipermetrope e non trova né il Punto G né il resto delle lettere sulla tabella dell’ottico. 
Non è tempo nemmeno per Tachtsidis.
All’eroe dell’ultima al Ferraris è preferito il giovane superdotato (e super valorizzato) Ntcham.
I soloni del Gasperinesimo mi spieghino allora perché non il francesino, piuttosto che il venezuelano, sulla laterale. Da dove oltretutto Olivier ci ha regalato il gol della vittoria col Chievo, preparato ovviamente in allenamento dopo innumerevoli sedute (psichiatriche).
In avanti, altra possibilità di turnover e di rilancio di qualche giocatore che rischia lo spegnimento stile cometa, che poi te ne accorgi vent’anni dopo che è morto.
Capel, Lazovic?
Macché! Qui si fa pornografia, mica cinema!
Conferma del trio resistente che ha spadroneggiato in casa domenica scorsa, nel talamo dove il punto G lo trovi a memoria, come un cane da tartufo o da coca, seguendo più o meno il tuo stesso odore.
Ecco quindi la bella armata da trasferta toscana, per ripetere l’esaltante prestazione di Firenze, senza andare oltre.
Fin dalle prime battute si nota un Empoli ben messo in campo ma senza grandi individualità, se non due giocatori tra le linee, fuori dagli schemi, anarcoidi.
Per dirla con il sosia di Giampaolo “che fanno un po’ il cazzo che je pare”.
Krunic e Zielinski non possono essere considerati, nel gioco del Mago.
Non li caghi nella tua squadra, figurati se li devi prendere in considerazione in quella degli altri.
E qui il ragionamento alla Gasparri ci sta tutto.
Sappiamo già che da loro verranno i pericoli più grossi.
Se la formazione di Punto G non convince, in compenso la motivazione con cui li ha mandati in campo  commuove come un documentario sull’incontinenza nella terza età.
Tutto il calcio che si vede da parte nostra sono due fughe di Gakpé sulla destra e un esterno della rete di Rincon (dove appunto avrebbe dovuto trovarsi la sua controfigura superdotata per le scene forti).
Invece Ntcham al centro colleziona più falli di Vladimir Luxuria e Pavoletti perde nettamente il confronto con l’aitante e muscolare Tonelli.
Per non parlare di Perotti, omino nella barca sempre più solo e triste, come un selfie nel ripostiglio.
Dopo un paio di pezze di Perin, tornato a mostrare il Lato B nei lungometraggi che le mogli non vedranno, si va in bambola un po’ tutti ed ecco l’uno a zero della banda Gaspaolo.
Fine primo tempo, toilette, sigaretta nel foyer, fazzoletti nuovi e cappelli sulle ginocchia.
Fazzoletti sì, ma per piangere.
L’armata Gasparrini torna in campo più triste di prima, e il pornodramma  assume toni da commedia esistenziale francese. Quelle in cui non succede un cazzo per quasi un’ora e poi ti rendi conto che le tette della protagonista erano pure mosce.
Così si va a prendere il secondo gol, su ennesima dormita della MILF che non può più fare le ore piccole, ma nemmeno una trasferta al mese, e si rischia pure il terzo in serenità.
Senza mai impensierire il partner occasionale, che ha anche il buongusto di godere con sobrietà.
Si torna a casa incordati dall’ennesima avventura andata a male, grazie al Mago delle camporelle fuori porta, quello che anche quando non cerchiamo la scopata indimenticabile, ma almeno un filarino che ci riporti alla memoria le gite scolastiche con l’immortale Professore, ci ricorda impietosamente che di lui non ci si può innamorare, perché è un maledetto, presuntuoso, inconcludente monogamo segaiolo.