martedì 18 maggio 2010
NON RITORNERANNO PIU'
Ho parlato al vento. Era il mio soffio di parole sincere contro un monsone di discorsi di comodo, avverbi di facciata, locuzioni mascherate e conclusioni dettate solo ed esclusivamente da interessi personali. Ho lasciato una testimonianza in note prima di abbandonare il mio mondo, quello in cui sono cresciuto e che non sognavo di cambiare, ma semplicemente di veder crescere come dovrebbe fare l'uomo: sbagliando, imparando dagli errori e maturando. Seguire la strada verso la saggezza amando la vita e imparando ad amare gli altri che lo meritano, e a sopportare il resto dell'umanità. L'ho visto invecchiare e inaridire, invece. Avviarsi alla morte senza speranza, fregandosene del senso e vivendo con obbiettivi e ragioni che secondo me non potranno mai regalare la felicità, che possono servire soltanto a dimenticare le proprie paure. Gente sempre più ricca, forse, ma sempre più triste. Chi vive nell'agio di potersi permettere figa e cocaina, chi nell'apparente serenità di poter campare quei dieci anni in più delle persone normali perchè possono permettersi di spendere 100 mila euro per la migliore clinica svizzera o cinquanta per ripulirsi il sangue. Intanto la vita che fanno è piena di insidie, rotture di palle. Schiavi delle proprie maschere per coltivare aridamente le poche passioni che hanno nella vita. Come a un tavolo verde qualunque, giocare con il proprio potere per avere il posto in prima fila a teatro, il biglietto di tribuna d'onore allo stadio, la villa in sardegna al prezzo di un monolocale a Brindisi. Signori, io ho scelto. Meglio l'Africa, meglio l'esilio. Ricordare con autentica e sorridente nostalgioa i tempi che non ritorneranno più.
Meglio restare per sempre un Fanalino di Coda.
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