mercoledì 22 aprile 2009

LETTERA DI UN AVVOCATO A EVA

Occasioni per amarti n'ebbi, non compero rose tutti i giorni e non mi giustifico dalla mattina alle ventidue e trenta della sera dopo ad ombreggiar la tua pericolosissima dignità. Io sono un relitto d'uomo che applica severamente la regola del fuori gioco in amore varcando i confini del buon senso del cattivo gusto del bravo attore e del brutto anatroccolo. Sono un escort-oriented man, un digital-orgasmic-chief dalle notti calde e tormentate. Sono l'illusione che il futuro abbia il suo ticket gratuito. Covo l'effimera speranza che tu possa essere il mio dottore.
Tutto ha un prezzo invece. La nostra storia denuncia un passivo di alcune decine di milioni che ho speso immeritatamente. Chissà cosa ne pensi e cosa ne direbbe mio padre se fosse ancora vivo. Ho carpito i segreti dell'entusiasmo altrui e mi siedo contemplando il nostro passato che cede ripetutamente alle pressioni del destino infame. Ho vinto tutto al Casinò. Questo lo sai.
Ho vinto tutto e me ne vanto. Della mia vita non ho mai fatto mistero. Le mie fortune sono risapute: ho avuto te e adesso non ho un becco di un quattrino e sono la creatura più vessata su questa terra. Però ti amo.
Possibile che entrando nel tuo paradiso orofaringeo io abbia preso anche la virilità?
Come mi hai ridotto donna ancestralmente bastarda! Sono lo zerbino di me stesso ( ammesso che qualcuno riesca a riconoscere in ciò che calpesta le proprie fattezze ).
Avevo due anni e mezzo. Si andava in Jugoslavia. Ricordi in filigrana: mio padre mi prende in braccio e mi sculaccia. Ho contratto una forma virale di dissenteria dovuta al caldo o all'acqua non potabile che ho bevuto a una fontana poco raccomandabile. Più alcune porzioni di cevapcici che non avrebbe dovuto mettermi in mano nessuno.
Tu venisti molto più tardi eppure i cevapcici li mangiammo assieme e mi fecero lo stesso effetto. Ricordo quella sera come fosse domenica scorsa: ho passato in bagno la serata. Per allietarmi avevo portato pure il televisore mentre tu ti divertivi con un vibratore trasparente che s'illumina al buio. Eva torna con me.
E' vera quella storiella che si racconta? Facevi l'elettrauto in Armenia prima di trasferirti qui a Fidenza. Sono finite le batterie del nostro amore. Adesso il mondo della bassa moda e della bassissima cultura ti reclama. I produttori di orgasmi simulati riscuotono il loro alto pizzo.
Fai audience. Sei felice?
Ti hanno detto che non c'è in Italia una donna che pubblicizza le calze di nylon come te. Il tuo accento è sensuale e la tua tecnica di seduzione ha aumentato le vendite del cinquantanove per cento.
Eva Gurudjeff.
Ventisette anni.
Troia.
In definitiva.
Il tuo passato i genitori umili e lontani l'amicizia con l’ex centrocampista del Parma Boghossian. Le intrusioni nei camerini del presentatore del sabato sera e relative fellatio. Tutto nella mia testa. Come mi hai sfruttato da quella sera che ci siano incrociati davanti al tavolo dello chemin de fer. Hai detto "scusi ha da accendere?" ho risposto "il sigaro o la nottata?".
Non mi hai capito fin dalla prima battuta.

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