martedì 12 ottobre 2010

UN MINUTO DI SILENZIO


Un minuto di silenzio per i soldati italiani che avevano deciso di guadagnarsi la pagnotta in un modo secondo loro giusto, virile e pieno di indennità e vantaggi che li avrebbe ripagati dei rischi e delle paure.
Un minuto per i morti sul lavoro che non sapevano fare altro e non avevano trovato da fare altro, a quelli che non sapevano che il loro lavoro era pericoloso, a quelli che non sapevano qual'era il loro lavoro, a quelli che ce li avevano mandati, che era per pochi giorni o che era da una vita.
Un minuto di silenzio per le vittime di stupri all'interno delle mura domestiche e nei garage, per i complici, i conniventi, gli innocui e gli innocenti.
Un minuto per chi è stato ammazzato due volte, la seconda da un'intervista, un reportage, una diretta televisiva.
Un minuto di silenzio per le mogli strangolate, le fidanzate uccise a colpi di martello, le madri assassinate col coltello, i padri freddati con un colpo di pistola, i figli a cui è stato negato un matrimonio che volevano solo loro.
Uno per chi è sfruttato dai suoi stessi fratelli e per chi fino all'ultimo credeva di avere un fratello, un parente, un concittadino.
Un minuto di silenzio per i cani investiti per la strada, per gli investitori massacrati, gli animali avvelenati e gli umani ammaestrati. Un minuto di silenzio per gli stranieri malmenati, le vittime di extracomunitari arrapati o ubriachi, per i territori occupati, gli innocenti criminalizzati, i criminali incensurati.
Un minuto di silenzio per i precari licenziati, i lavoratori bistrattati, i dipendenti presi per il culo perfino dai sindacati. Un minuto di silenzio per le vittime della malasanità, della malavita organizzata, delle malattie legalizzate, delle medicine prescritte e dei medici stressati. Un minuto di silenzio per i pensionati dimenticati, gli adolescenti suicidati, gli amanti depredati.
Per i banchi vuoti a scuola le bare senza nome e i volti avvolti da fredde lenzuola.
Un minuto di silenzio per chi subisce soprusi, corruzione, costrizione, pressione. Uno per le guerre di religione.
Per i ricattati morali, i minacciati virtuali, i perseguitati mondiali e i disgraziati reali.
Un minuto per chi è dato in pasto ai giornali, agli squali, o come perle ai maiali.
Un minuto di silenzio per chi muore solo e per chi ha vissuto solo fino a un attimo prima di morire.
Ogni giorno non basterebbe un giorno di silenzio e davanti al silenzio ci sentiremmo tutti disperatamente uguali.
Piccoli, spaventati, egoisti, urlanti esseri umani che aspettano solo il momento in cui qualcuno chiederà un minuto di silenzio anche per loro.
Ecco quello che vale la nostra vita: un minuto.

2 commenti:

Maurizio Pratelli ha detto...

fratello troppo vero questo minuto. ma troppo nero per un uomo nero come te. e anche questo blog è diventato troppo nero. ridammi un po' del tuo sole.

freddie ha detto...

E' dura con questa disumanità.
Molto dura, fratello. E' il bisogno di fare resistenza attiva, più che la disperazione.