Quando Alfredo del Curatolo, giornalista, scrittore, cantautore, performer, chef, insomma, uomo dal multiforme ingegno si disse, e disse agli amici, «mollo tutto e vado, anzi torno in Africa», ormai cinque anni fa, tutti i suoi conoscenti si posero una fondamentale domanda. Non «di che vivrà, come farà, ce la farà?» e neppure «ma sei sicuro di riuscire davvero a lasciarti l’Italia alle spalle una volta per tutte, a diventare un keniota, a considerarti un turista a casa tua ogni volta che vorrai tornare indietro?». No, niente di tutto questo. La domanda che tutti gli amici di “Freddie” si posero è: «Ma è pazzo? Come farà a seguire il Genoa?». La squadra del cuore, quella che non si può dimenticare, quella che non si può cambiare neppure cambiando stile di vita, nazionalità e pure continente. Difficile seguire il campionato, le sorti del più antico “cricket and football club” d’Italia da laggiù, appassionandosi alle sorti dell’undici di Gasperini senza esserci, senza leggere la «Gazza» tutte le mattine, senza seguire gli interminabili dibattiti televisivi, insomma, tutto quanto fa calcio quassù.
Difficile, forse un tempo, ora di meno nell’era del satellite e, comunque, il difficile non è mai impossibile. Così Freddie ha fondato il «Genoa club Malindi» e, ora, ha tradotto questa esperienza in un libro presentato prima a Genova, ovvio, e poche ore prima di Natale anche a Como, a Villa del Grumello, grazie all’associazione Karibuni che realizzerà il progetto finanziato proprio dai proventi del volume edito da Antonello Cassan editore di «Liberodiscrivere»: una scuola calcio ideato dalla onlus comasca in collaborazione con il Genoa in favore dei ragazzi del distretto di Malindi che si legheranno, così, ancora di più a quella che è diventata anche la loro squadra del cuore. Un’esperienza che del Curatolo sintetizza così: «La squadra più antica d’Italia che torna nell’Olimpo del calcio, un manipolo di tifosi che la seguono con ansia ed entusiasmo dall’Africa, i loro amici kenioti che guardando le partite in tv ne sono conquistati. "Genoa club Malindi" non è soltanto la storia di una passione calcistica, ma anche uno spaccato della vita dei nostri connazionali nel Continente Nero, perché il "mal d’Africa" a volte ricorda la fede incrollabile in un team sportivo, specialmente se si tratta del Genoa, culla della civiltà pallonara così come l’Africa è culla dell’umanità».
Il tutto, come sempre accade con Freddie, con grande ironia e tanta voglia di giocare, anche restando lontano dal campo del Ferraris.
Alessio Brunialti
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