lunedì 20 ottobre 2008

LE RICETTE DEL BABBUINO ORAZIO: GAMBERONI AL MANGO

Una tovaglia quadrettata sulla riva del fiume Sabaki. Una rete da pesca dalle trame fitte. Una teglia pronta per l'ippopotamo Wilma: melanzane alla parmigiana. Ma il babbuino Orazio, cuoco sopraffino o, come ama definirsi lui stesso pensando in grande: "Chef d'Orang", ha altri pensieri per la testa. Osserva il dirupo che sbriciola argilla fin sotto il ponte e confonde il rosso vivo dei sentieri con il verde acceso degli argini. Orazio sta pescando gamberi di foce. Non sono i Jumbo di Lamu, ma ci si può accontentare. Per la sua nuova ricetta ha raccolto manghi maturi dagli alberi dell'immediato entroterra e si è procurato gli altri ingredienti, come sempre, fregandoli nelle cucine di un Resort di Mambrui. D'altronde ci lavora il suo amico cuoco da cui ha carpito i segreti della cucina italiana, per poi farli incontrare con i cibi esotici.
Et voilà, ecco i gamberoni al mango di Orazio!

GAMBERONI AL MANGO

Ingredienti per 4 wazungu
1 kilo di Gamberoni di Lamu (Jumbo prawns). Se sono stati pesati da chi li vende con la sua bilancia fasulla ne servono un kilo e mezzo. Se volete procurarveli voi, avete mezzora di tempo alla foce del Sabaki prima che arrivi Wilma. (45 minuti se viene distratta dalle melanzane alla parmigiana)
2 Manghi fregati da un albero (sono i più gustosi)
Due bustine di anacardi, acquistate in strada da un bambino insistente che però quando lo cercate non c'è mai, quindi fatene scorta quando vi viene a tampinare lui.
Uno spicchio d’aglio prestato dal vicino.
Un bicchiere di vino bianco italiano che non sappia di tappo (rarissimo, in Kenya sanno di tappo anche quelli in cartone) o di vino bianco sudafricano che ha il tappo di plastica ma non sa di vino.
Mezzo tot di Brandy locale. Safari o Furaha le marche più gettonate.
Olio d’oliva per chi ha i soldi, altrimenti il mitico Elianto di semi.
Sale e pepe quanto basta (all’houseboy per rovinarvi la cena)

Arrossate i gamberoni in una padella con un filo d’olio e due dita di vino bianco, a parte fate saltare il mango tagliato a dadini sottili con aglio, olio, sale e pepe e due dita dell'houseboy.
Unite i gamberi alla salsa dopo averli sgusciati lasciando la testa, aggiungendo mezzo tot di brandy e un goccio di tabasco. A parte sbriciolate gli anacardi, se non li ha già mangiati il giardiniere credendo fossero per lui. Preparate una terrina leggermente imburrata, rivestite il corpo nudo del gambero con gli anacardi e metteteli in forno alla temperatura media estiva di Marafa. Dopo una decina di minuti kenioti (dai quindici ai venti minuti italiani) estraeteli e guarniteli nel piatto con il resto della salsa.
Ringraziate il vostro cuoco africano e serviteli in tavola con l’aria orgogliosa di “questo l’ho fatto io!”.
Orazio

3 commenti:

Maurizio Pratelli ha detto...

Maledetto Orazio... Non puoi scrivere di queste ricette sulla spiaggia mentre c'è chi ieri sera si nutriva a pasta e tonno. Il tonno, ovviamente, era in scatola! Però l'ho "coperto" ascoltando gli "scarti" di Bob Dylan di Time out of mind e Oh Mercy raccolti su Tell Tale Signs. E con un goccio di Dolcetto d'Alba...

freddie ha detto...

Ecco...qui viene difficile fare gli abbinamenti con il vino (la musica, come sai, non è un problema, anzi l'Africa amplifica la roba buona...) e si finisce sempre con una tusker...

Anonimo ha detto...

Ho provato a farli, però mi mancavano due elementi essenziali, il house boy ed il giardiniere che potevano guarnirli meglio con le caccole del naso ! Per il vino c'è ampia scelta dal tavernello al ronco (tassativamente in cartone) per i momenti di crisi come questo ! Ciao a tutti