La tradizione popolare africana è zeppa
di proverbi e detti trasmessi con metodi orali (no, non quelli che pensate voi
di Malindi e dintorni…) in tutto il Continente Nero.
Spesso si tratta di frasi che mostrano la
saggezza e la semplicità delle popolazioni che da sempre utilizzano il
proverbio non solo come monito o insegnamento, ma come favola e metafora. Uno
dei più noti e divulgati riguarda un leone e una gazzella… l’antica metafora
della preda e del cacciatore, dello sfruttato e dello sfruttatore, dello
spacciato e dello spacciatore. E’ la storia del mondo, e la grande lezione
dell’essere tutti uguali davanti alla morte (e anche dopo, come insegna “La
livella” di Totò, degno rappresentante dei napoletani, gli africani d’Italia). Ogni mattina in Africa, quando
sorge il sole una gazzella si sveglia, sa che dovrà correre più del leone o
verrà uccisa.
Ogni mattina
in Africa, quando sorge il sole un leone si sveglia, sà che dovrà correre più
della gazzella o morirà di fame. Ogni
mattina in Africa, non importa che tu sia un leone o una gazzella, l’importante
è che tu incominci a correre.
In
Kenya i proverbi non sono così prolissi e compositi, il più popolare recita
“Haraka haraka hakuna baraka”, ovvero “A far le cose di fretta non c’è alcun
beneficio”. Un altro molto frequentato è “Asante ya punda ni mateke”: “Il
ringraziamento dell’asino è un calcio”.
Tuttavia i proverbi di cui noi vogliamo
farvi partecipi, hanno più l’aria di “variazioni sul tema” di detti celebri,
magari portati qui dalle varie popolazioni indoarabe o europee che hanno
colonizzato nei secoli la costa keniota.
Assumono quindi le caratteristiche di
considerazioni serene, a volte rassegnate, riguardo alla vita della popolazione
locale e al suo rapporto con i “mzungu”.
1. A buon
intenditor, si chiedono spiegazioni.
2. A capra donata,
se è il caso, si guarda anche nel culo.
3. A chi tocca,
dipende.
4. Aiutati che non
è detto che quel giorno io sia nei paraggi.
5. A mali estremi,
i’m very sorry.
6. Ambasciator
speriamo porti almeno da bere
7. Beach e boy dei
paesi tuoi
8. Beati gli ultimi
se i primi non sono ancora arrivati.
9. Can che abbaia
dorme meno dell’askari.
10.
Chiedere è lecito, rispondere è una fatica.
11.
Chi ha il pane, non ha i denti. Chi ha la sima,
mangia anche senza denti.
12.
Chi è causa del suo mal difficilmente se ne
rende conto.
13.
Chi lascia la via vecchia per la nuova, comunque
se la deve fare a piedi.
14.
Chi rompe non ha mai una lira per pagare.
15.
Chi
semina mais, non sempre riesce a raccoglierlo.
16.
Chi va con lo zoppo, sta accompagnando il nonno.
17.
Chi va piano, è uno di noi.
18.
Cuor contento, non lo aiuta nessuno ma almeno se
ne frega!
19.
Dimmi con chi vai e ti dirò quanto costa.
20.
Donne e motori,
diversi prezzi.
diversi prezzi.
21.
Gallina vecchia si era nascosta bene.
22.
L’erba del vicino o è mchicha o è sukuma wiki.
23.
L’ozio è il padre, il figlio e lo spirito santo.
24.
L’unione fa un gran casino.
25.
Meglio un uovo oggi perché la gallina non è mia.
26.
Occhio non vede, te l’hanno curato male.
27.
Paese che vai, matatu che prendi.
28.
Ride bene chi ha bevuto il mnazi
29.
Rosso di sera, è bruciata la capanna.
30.
Tutto fa brodo, ma una coscia di capretto è
meglio