mercoledì 15 gennaio 2014

FREDDIE DEL CURATOLO: I PROVERBI GIRIAMA

(tratto da "Mi faccio luce con la paraffina")
La tradizione popolare africana è zeppa di proverbi e detti trasmessi con metodi orali (no, non quelli che pensate voi di Malindi e dintorni…) in tutto il Continente Nero.
Spesso si tratta di frasi che mostrano la saggezza e la semplicità delle popolazioni che da sempre utilizzano il proverbio non solo come monito o insegnamento, ma come favola e metafora. Uno dei più noti e divulgati riguarda un leone e una gazzella… l’antica metafora della preda e del cacciatore, dello sfruttato e dello sfruttatore, dello spacciato e dello spacciatore. E’ la storia del mondo, e la grande lezione dell’essere tutti uguali davanti alla morte (e anche dopo, come insegna “La livella” di Totò, degno rappresentante dei napoletani, gli africani d’Italia). Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole una gazzella si sveglia, sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa.
Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole un leone si sveglia, sà che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina in Africa, non importa che tu sia un leone o una gazzella, l’importante è che tu incominci a correre.
In Kenya i proverbi non sono così prolissi e compositi, il più popolare recita “Haraka haraka hakuna baraka”, ovvero “A far le cose di fretta non c’è alcun beneficio”. Un altro molto frequentato è “Asante ya punda ni mateke”: “Il ringraziamento dell’asino è un calcio”.
Tuttavia i proverbi di cui noi vogliamo farvi partecipi, hanno più l’aria di “variazioni sul tema” di detti celebri, magari portati qui dalle varie popolazioni indoarabe o europee che hanno colonizzato nei secoli la costa keniota.
Assumono quindi le caratteristiche di considerazioni serene, a volte rassegnate, riguardo alla vita della popolazione locale e al suo rapporto con i “mzungu”. 

1.     A buon intenditor, si chiedono spiegazioni.

2.     A capra donata, se è il caso, si guarda anche nel culo.

3.     A chi tocca, dipende.

4.     Aiutati che non è detto che quel giorno io sia nei paraggi.

5.     A mali estremi, i’m very sorry.

6.     Ambasciator speriamo porti almeno da bere

7.     Beach e boy dei paesi tuoi

8.     Beati gli ultimi se i primi non sono ancora arrivati.

9.     Can che abbaia dorme meno dell’askari.

10.                       Chiedere è lecito, rispondere è una fatica.

11.                       Chi ha il pane, non ha i denti. Chi ha la sima, mangia anche senza denti.

12.                       Chi è causa del suo mal difficilmente se ne rende conto.

13.                       Chi lascia la via vecchia per la nuova, comunque se la deve fare a piedi.

14.                       Chi rompe non ha mai una lira per pagare.

15.                        Chi semina mais, non sempre riesce a raccoglierlo.

16.                       Chi va con lo zoppo, sta accompagnando il nonno.

17.                       Chi va piano, è uno di noi.

18.                       Cuor contento, non lo aiuta nessuno ma almeno se ne frega!

19.                       Dimmi con chi vai e ti dirò quanto costa.

20.                       Donne e motori,
diversi prezzi.

21.                       Gallina vecchia si era nascosta bene.

22.                       L’erba del vicino o è mchicha o è sukuma wiki.

23.                       L’ozio è il padre, il figlio e lo spirito santo.

24.                       L’unione fa un gran casino.

25.                       Meglio un uovo oggi perché la gallina non è mia.

26.                       Occhio non vede, te l’hanno curato male.

27.                       Paese che vai, matatu che prendi.

28.                       Ride bene chi ha bevuto il mnazi

29.                       Rosso di sera, è bruciata la capanna.

30.                       Tutto fa brodo, ma una coscia di capretto è meglio