venerdì 30 luglio 2010

RE-FERENDUM

Il 4 agosto in Kenya si vota per approvare o meno la nuova costituzione. Sostanziali cambiamenti con quella redatta dai padri della patria con l'aiuto degli inglesi non ce ne sono, però viene ammodernata, si salta un po' di burocrazia, si concede meno potere al presidente monarca e più al parlamento, compreso quello di alzarsi gli stipendi che sono già tra i più elevati del mondo, si favoriscono le autonomie (sulla costa i mussulmani) e si fanno cadere certi tabù di santa madre chiesa. Insomma ci sono molte delle ricette che piacerebbero anche alla maggioranza degli italiani, se la maggioranza è ancora quella che ha votato per Gasparri, Scajola, Verdini, Dell'Utri, Calderoli, Capezzone. Nel terzo mondo, tra mille difficoltà e ancestrali freni a mano, ce la fanno. Ma qui è più facile: la stampa non è di sinistra e non ci sono le intercettazioni!

martedì 27 luglio 2010

I NOSTRI RAGAZZI


Chissà dove ci porterà questo progetto meraviglioso, che coniuga l'attenzione al sociale che qui in Kenya è un'urgenza dell'anima (chi, vivendo qui, può riuscire ad evitare di fare nel suo piccolo qualcosa per i giovani, spesso innocenti vittime di una condizione ancestrale) e lo sport più popolare del mondo e più amato dai bambini. La Kenya Football Academy cresce ed il merito va in primis a un mezzo doriano come Riccardo Botta, il deus ex machina. Con Karibuni Onlus e anche grazie al Genoa abbiamo creato la scuola calcio legata a doppio filo alla scuola e ai risultati scolastici (sabato 7 la presentazione ufficiale dei 22 selezionati) e adesso si pensa anche al Senior Team. Sport + Educazione. E intanto più di 40 giovanissimi sono stati tolti dalla strada e vedranno il loro futuro da un gradino un po' più alto della loro terra splendida ma controversa e povera.
E noi si va avanti! Eccome se si va avanti!

sabato 24 luglio 2010

BECCIONI IN: "ZUCULIIIN ZUCULIIIN, VIVA ZUCULIN!"


Non è una turbolenza, né il rantolo nasale di un enorme turista belga o tantomeno il malvagio spezzatino al curry della cena a bordo. A svegliarmi di soprassalto, con rivoli di sudore raggelati dall’aria condizionata del boeing, è un pensiero terrificante: vuoi vedere che Preziosi e De Laurentiis hanno litigato e non fanno più il film sui Gormiti?
Che il produttore avesse il quoziente intellettivo di Carparelli l’avevo capito già quando propose la serie A sul modello del football americano, senza retrocessioni. E io mi dovrei puppare le rumente in A tutta la vita? Ora attendo il comunicato ufficiale dell’acquisto di Franco Zuculini, che sicuramente non possiamo mandare in prestito altrove perché è già in prestito da noi, come Destro, Ranocchia e altri sei o sette di cui non posso fare il nome.
De Laurentiis è un pozzo d’intelligenza, ma perché lasciarsi andare a una dichiarazione come quella che ho letto appena prima di prendere il volo?
“Non partecipo all’asta con un presidente di una squadra che vuole Zuculini solo per toglierlo al Napoli”. Forse perché ritiene che lo stesso presidente abbia dato Floccari alla Lazio e il Papa al Milan solo per toglierli al Genoa? Io sti miliardari non li capisco. Fossi in loro mi comprerei una squadra di Lega Pro che fa 200 abbonati a stagione, che mi diverto di più. Compro tutti fenomeni, poi alle ultime giornate mi vendo le partite e rimango in serie C. Tanto nessuno mi contesta e se contestano sono in duecento…quanti cagacazzo volete ci siano oggigiorno tra duecento cristiani? Cinque? O li blandisco, o li compro o li mando affanculo e me ne frego.
Ma i tycoon del calcio oltre che essere ultimiuomini sono primedonne, vogliono il palcoscenico…sapessero almeno cantare o al limite muovere le anche. Scriverei qualcosa per loro. Invece me la canto: “Jamme Jamme Jamme ‘ncoppa Ja, Zucuculì Zucuculà, Zucuculì Zucuculà…”
Ballo sulla poltrona della business class ed esulto, perché a me De Laurentiis sta parecchio sui coglioni! Bravo Enrico, soffiagli il talento argentino e speriamo di riuscire a strappare anche un buon prezzo per il diritto di riscatto della comproprietà a fine stagione, pratica che il produttore, abituato alle battute dei Vanzina, ancora non riesce a capire.
Un altro quesito che mi attanaglia, mentre sorvoliamo la Libia come un Mig d’altri tempi, è: ma i Vanzina nella vita di tutti i giorni, saranno idioti come le battute dei loro film o sono invece fini intellettuali convinti che la gente preferisca la merda? Nella seconda ipotesi, come mai in Italia tutti quelli che vanno avanti con questa certezza hanno successo? Per dire, ora tutti a osannare Checco Zalone. A me sta sul cazzo pure lui, ricicla battute di trent’anni fa col vestito nuovo. E vai di milioni. E noi qui a preoccuparci delle esternazioni di Prez & Gasp.
Sto mondo mi fa sempre più schifo anche guardandolo di sbieco. Per fortuna ci sono le donne, il buon rum, ma anche il whisky la vodka e il cognac. Sì, vabbè, lo champagne. E il cibo, per carità, quasi tutto il cibo. Ok. Più che il mondo intendevo gli esseri umani va bene?
Arrivo a Fiumicino che sono le 23. Una bella escursione, non c’è che dire.
Dai 3 gradi di Jo’Burg ai 43 di Roma è stato come passare da Kate Moss in astinenza a Beyoncé sbronza.
Per fortuna ad attendermi c’è una bottiglia piramidale di J.Bally 12 anos, in pieno petto di Katherine, quasi a formare una scultura delle Isole di Pasqua con le due zinne. Kathrin è una finta bionda austriaca che, oltre a pompe galattiche che nemmeno alla Erg, guida il mio Suv con frigobar come Jakko Nieminen, che è un tennista ma essendo finlandese sicuramente mastica anche di rally. Lei mastica una daygum e tira una grammata con una sola narice. De André sarebbe allibito, altro che miele e cera.
Si parte dritti dritti per Neustift, questo è il programma. A tale scopo l’ho fatta arrivare da Milano, via Innsbruck. Anche perché ho visto troppo tardi la foto di Anita Pittaluga.
Katherine è una fata, talmente rigogliosa e dolce che sono convinto che se riesce a baciare Ranocchia, di colpo si trasformerà in Milito. Poi sono problemi del Gasp a farlo giocare davanti in coppia con Toni. L’ho conosciuta mesi fa a una festa di DJ OTZI che, se non sapete chi è, sono provvisoriamente cazzi vostri, perché pure in Sudafrica hanno ballato la sua “Hey Baby”.
Ma anche chi l’avesse sentita, di certo non sa che la mamma di DJ OTZI era di Neustift Im Stubaital (che secondo me significa “non sniffare su in baita” ahaha me la rido da solo ma non riesco a tradurre la mia simpatia come vorrei a Katherine) e il papà si chiamava Anton ed era tirolese, faceva il dj anche lui ed è morto giovane. Comunque, grazie a Gerhard detto Otzi, il Dj più famoso d’Austria, ho una bella figa di fianco, diciamo in prestito oneroso, e una casetta da utilizzare a Neustift.
Prima dell’alba siamo già sull’autostrada del Brennero. Mentre superiamo l’uscita di Rovereto, vedo una Fiat Brava sfilare in direzione opposta. A parte la bruttezza della macchina, pari quasi all’istinto omosessuale che suscita in me l’efebico Andrea Agnelli, noto un bandierone rossoblu sventolare fuori dal finestrino. Ma che stracazzo fate? Tornate già dal ritiro? Dite la verità, è perché avete scoperto che Fatic è ancora al centro Riattiva di Lavagna? O speravate di vedere Destro? Arriva, arriva Mattia. E’ già il mio idolo, il ragazzino. Me lo sento che lo rimpiangeremo come El Principe. Tutti si aspettano Lucattoni…e invece! Vedrete se non ho ragione. Intanto è arrivato Chico. E’ il primo di 4 grandissimi acquisti che ci faranno divertire un casino. Nei prossimi giorni sono attesi Groucho, Harpo, Zeppo e Gummo. Solo la tristezza di Veloso che non giocherà in Europa potrebbe fare da diga foranea alla loro verve.
Il J.Bailly è già finito. E si vede. Un litro cinquecento chilometri, consumo dignitosissimo.
Urge uno stop, anche perché io ho dormito un po’ ma Katherine ha bisogno di certe batterie di cui solo io posso fornirla, ehehe.
Ci fermiamo in autogrill, mi connetto wireless che è un servizio che danno gratis e infatti fa cagare come un Camogli bruciacchiato fuori ma ancora gelido e mucoso dentro.
Leggo il Secolo XIX e c’è ancora sto cazzo di test di Proust ai giocatori. Ma avete rotto la minchia! O forse sono lontano da certe logiche…c’è qualcuno che se li colleziona tutti? Li compara?
Va a vedere se gli attaccanti amano più i film d’azione e la difesa quelli grotteschi? Se Eduardo sarà mago? Se Palladino ha apprezzato Gomorra come Borriello o se il sogno ricorrente di Palacio è essere un puledro che corre libero nella pampa senza nessun gaucho del cazzo che gli chiede ogni cinque minuti di tornare? Ma vogliamo pensare ai test di Cooper o ai test di cazzo che affollano l’Ataquark insieme ad Atapiero Angela? Mi toccherà invocare di nuovo Atahualpa.
Già sento il ronzio di Pierflavio nelle orecchie…mi dirà che col Gasp Zuculini non avrà spazio, che non è all’altezza di Milanetto, che tanto se è forte passerà all’Inter già a gennaio come Ranocchia…mi fanno impazzire questi pessimisti che pensano calcio come Sebastiao Lazaroni e che sparano quindici nomi per volta ricopiati dalla playstation per poterne azzeccare uno e dire “Hai visto? Che ti avevo detto?”. Quasi meglio il questionario di Alain Proust, uno che anche se ormai ha i suoi anni forse guida meglio di Katherine.
Mentre la mia bella austriaca si fa un pisolo che prelude secondo me a un servizietto al risveglio, compilo in fretta e furia il mio Proust.
Eccolo!

Il tratto principale del mio carattere
TRATTO PEN (E)
La qualità che desidero in un uomo
LA DIPENDENZA
La qualità che preferisco in una donna
I SALDI
Quel che apprezzo di più nei miei amici
I SOLDI
Il mio principale difetto
LA STIPSI
La mia occupazione preferita
OBBLIGARE GLI ALTRI AD OCCUPARSI DI ME
Il mio sogno di felicità
DISTILLARE RUM
Quel che vorrei essere
ANGUILLA
Il Paese dove vorrei vivere
ANGUILLA
La partita di calcio che mi ha emozionato di più
GENOA-CHIEVO 2-2
Il libro preferito
”L’UOMO DEL FIUME”
La canzone preferita
”PAURA DI AUTOSOFFOCARSI CON LE CALZE DI SVETLANA” di F. Beccioni, ma anche WHILE MY GUITAR GENTLY WEEPS di George Harrison non è male
Il film preferito
TRAILERS O FILM PORNO ma anche “L’UOMO CHE USCIVA LA GENTE”
L'idolo sportivo da ragazzo
ENRICO VANO
L'idolo sportivo adesso
MATTIA DESTRO
Il mio eroe nella vita reale
DUPRE’ BARBANCOURT
Quello che detesto più di tutto
QUALSIASI CERCHIO SU SFONDO BLU
Il dono di natura che mi piacerebbe avere
LA COSTANZA DI ROCCO SIFFREDI
Come vorrei morire
DI UN MALE LENTO, ALMENO TRE ANNI, PER GODERMI LA COMPASSIONE ALTRUI
Stato attuale del mio animo
NELL PARTE SINISTRA DELLA SODDISFAZIONE
Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza
NON TORNARE NELLA PROPRIA METACAMPO
Il mio motto
SE NON HAI DI MEGLIO DA FARE, FAI A TE STESSO CIO’ CHE VORRESTI TI FACESSE L’OPINIONE PUBBLICA (una sega)

Kathrine si risveglia. Ho una cassa di birra austroungarica e sei Camogli per la colazione.
L’importante è non scoreggiare già mentre me lo succhia.
Volgare? Che volete, sono figlio di questi tempi. Tempi di troie.
Neustift, Grifone, Rudolf, Caneo…sto arrivando!!!
Noi gridiamo in coro evviva evviva urrà sì si…Zuculiiin, Zuculiiin, viva Zuculin!

lunedì 19 luglio 2010

CHI E' BECCIONI?


Alcuni amici, parenti, conoscenti, pedicure di fiducia mi hanno chiesto chi cavolo sia Freddie Beccioni.
Vorrei spendere poche parole su di lui: Nato a Genova dal 1963 al 1968, calciatore fino all'età di nove anni, cantautore alla costante ricerca di discografici che credano in lui con all'attivo 6000 canzoni depositate alla Siae, vive di rendita grazie all'eredita paterna e materna e ad alcune botte di culo. Alcolista, cocainomane ma della prima ora, puttaniere. Un solo pregio: tifosissimo del Genoa. E' talmente di destra che molti di loro sono convinti sia di sinistra. O viceversa, non ricordo bene.
Il produttore e giornalista televisivo elvetico Edoardo Gatti, a differenza di Beccioni persona di grande cultura e saggezza, e come lui genoano sfegatato, lo ha definito semplicemente "un pirla".

sabato 10 luglio 2010

IL SOGNO DELLA SCUOLA CALCIO DI FREDDIE: CENTO BIMBI SELEZIONATI


Cento bambini kenioti selezionati, dieci partite in un giorno, migliaia di spettatori allo stadio, una grande festa rossoblu con pranzo offerto a tutti dal Genoa Cfc 1893.
Questi i numeri della splendida giornata organizzata sabato scorso a Malindi, in Kenya, per le selezioni finali della Scuola Calcio Genoa Cfc 1893-Karibuni Onlus Como. Sull’erba dello stadio “Alaskan” della cittadina keniota, cento tra i ragazzini dai 10 ai 13 anni più talentuosi del distretto malindino. Dopo una prima selezione (più di cinquecento i giovanissimi kenioti tenuti in considerazione), sono trentasei i prescelti e di questi ne verranno “reclutati” 22, in base ai migliori voti scolastici.
Sono i criteri della Kenya Football Academy, la scuola calcio riconosciuta dalla Federazione Calcio keniota che abbina professionalità a intenti sociali, diretta dall’ex primavera della Sampdoria Riccardo Botta e coordinata dallo scrittore e tifosissimo rossoblu Freddie del Curatolo.
Botta applica i dettami delle scuole calcio Genoa di Barabino & Partners ma anche il programma ufficiale della FIGC, adattandolo ovviamente alle esigenze e alle problematiche di un paese africano del Terzo Mondo. Tra i bambini selezionati, infatti, ci sono situazioni di povertà estrema, gravi problemi famigliari, tematiche che spesso portano questi adolescenti sulla strada, a contatto con droga e violenza.
“Il nostro primo compito – spiega Botta – è quello di garantire a questi giovani un futuro, pagando loro la scuola e migliorandone i servizi, curando la loro salute e l’alimentazione, seguendoli nel loro percorso di crescita. Una volta raggiunti i 14 anni, i migliori di loro entreranno a far parte della Malindi United, accademia per giovani calciatori fino a 18 anni, dove cresciamo talenti che, chissà, un giorno potrebbero vestire la maglia rossoblu”.
Il Genoa Cfc 1893 ci ha visto lungo e per primo nella terra africana che ha dato i natali al campione europeo dell’Inter McDonald Mariga. Il presidente Preziosi infatti, tramite l’associazione Onlus Karibuni di Como, impegnata da anni con progetti di educazione e sanità in Kenya, ha sponsorizzato per il primo semestre di attività la scuola calcio, e sicuramente il Genoa proseguirà quest’avventura africana. Intanto la Malindi United ha tra le sue fila il capitano della nazionale Under 17 keniota, di cui lo stesso Botta è allenatore (ruolo che gli permette di visionare decine di promettenti calciatori dai 14 ai 17 anni) e scommette sul suo futuro. “Si chiama Charles Bruno – spiega l’allenatore ligure, che ha militato anche nel Savona e nel Vado prima di lanciarsi in quest’avventura africana – ed ha lo stesso ruolo di Mariga. Come lui, altri ragazzi di Nairobi che ho visionato, sono già pronti per fare un provino in Italia o comunque, grazie alle nostre scuole calcio, arriveranno già con una marcia in più”.
Sognando di essere campioni, intanto la Kenya Football Academy, grazie alla Karibuni Onlus e al Genoa, fa studiare e garantisce un futuro a tanti ragazzini che ne hanno davvero bisogno. “Con il programma di sostegno a distanza – spiega Freddie del Curatolo – anche i tifosi rossoblu potranno aiutare questi ragazzi, garantendo loro gli studi, fino al diploma di scuola superiore e migliorando la qualità della loro misera vita. Anche chi non dovesse sfondare con il calcio, avrà comunque potuto utilizzare gli strumenti educativi giusti e gli aiuti del mondo solidale rossoblu per crescere più sereno e consapevole, trovare un lavoro e uno stipendio che lo faccia uscire dalla povertà più nera”. Il programma di sostegno a distanza della scuola calcio Genoa in Kenya verrà presentato nelle prossime settimane, quando arriveranno anche le divise messe a disposizione dalla società. Chi si assumerà gli oneri di seguire uno dei 22 giovanissimi calciatori (per una cifra che si aggira su 400 euro all’anno) riceverà online i report sul suo andamento scolastico e su quello calcistico, e tante altre notizie. Inoltre, per chi vorrà visitare la scuola calcio e i suoi ragazzi, tramite il portale italiano www.malindikenya.net ci saranno agevolazioni su viaggi e soggiorni rossoblu. Considerando anche che Malindi è una rinomata località turistica, frequentata ogni anno da migliaia di italiani.

lunedì 5 luglio 2010

NEVIO FAVARO, I MUMFORD E LA COMMEDIA DI EDUARDO


E’ come chi cerca un album dei Mumford & Sons. A parte che sono pochi, perché è un mondo di merda che piange Taricone e non sa chi sia Saramago. Col carisma di Bondi, la favella di Marco Civoli e il savoir faire di Felipe Melo, convinci uno a comperare “Sigh no more” dei Mumford e quello dopo tre ore ti chiama: “eh, ma non l’ho trovato alla Mediaworld…”.Perché, ci trovi una Ovation dodici corde? Il Benriach? Il Demerara 1970 alla Mediaworld? Ci trovi tua sorella che batte? Magari questa settimana e solo questa settimana prima del decoroso oblio, ci puoi raccattare “I grandi successi di Gepy & Gepy” o gusterai le specialità culinarie del Montefeltro, sfuggite ancora per poco alla Denominazione d’Origine Europea.
Così qui in Sudafrica, enorme centro commerciale ormai svuotato delle meraviglie sudamericane e delle finte offerte speciali messicane, giapponesi e slovacche, rimangono sugli scaffali di Soccer City e di Cape Town solo i nuovi “Top 11” e i semifinalisti. Giochi assurdi della grande distribuzione per i quali Podolski vale cinque volte Beausejour solo perché è andato più avanti ed è in bella mostra nel reparto Carri armati.
Io, un grande genoano che vive a Durban di nome Ennio e il giornalista tanzaniano Bumba, non abbiamo bisogno della settimana del ciauscolo, dei coglioni di mulo, o dei ciarimboli. Che Perez è l’uomo giusto per sostituire Juric lo abbiamo capito da mo’, quando ancora non sapevamo se l’Uruguay avrebbe passato il turno. Così come che Dos Santos è una giovanissima salamella.
Ora siamo tutti col fiato sospeso, in attesa che la commedia di Eduardo si risolva con un lieto fine.
Il riassunto delle puntate precedenti della telenovela “Condominio Genoa” racconta che nelle prime puntate il portiere Amelia litiga con il Gaspadrone e dopo qualche mese gli amministratori riescono a fargli fare le valige per un hotel cinque stelle di Milano, stabile di pregio in odor di decadenza. Ora tutti sanno che c’è bisogno di un nuovo receptionist. Il Gaspadrone, che ha gestito in passato un piccolo residence al sud, vorrebbe un Sorrentino o un garzone che aveva anni fa e che nel frattempo, sopravvalutato, fa il consierge in Costa Smeralda. In cambio manderebbe loro volentieri il fattorino Robert, che è caruccio e deve fare ancora gavetta. C’era anche un portiere brasiliano, Felipe, che però caratterialmente non dava affidamento. Poi magari ti fanno entrare nel condominio giri strani di transattaccanti, oscuri personaggi mezzi uomini e mezze ali, terzini che escono a fare commissioni dalle porte laterali e non tornano mai. Nel centro commerciale Sudafrica c’era anche un greco che fa il portiere come Olivera puliva le mattonelle, un serbo che non voleva fare il figlio della serba e finalmente uno interessante pronto a calare la Braga in quanto a provvigioni.
Ora, dice la telenovela, si prova con lui. Intanto la suite condominiale è stata occupata da uno stambeccone che in Sudafrica non c’era, e questo depone a suo favore. “Era fuori stock…ma rimediamo subito”, è stata la scusa più gettonata dagli inservienti.
Da qui a qualche giorno, si attende il maitre del ristorante, quello capace di far girare le cose come si deve, perché per tutto l’anno scorso quel ruolo ha dovuto interpretarlo il sommelier, che oltretutto ha una certa età e non avrà più al suo fianco il contrabbandiere croato che gli procurava porcini dei carpazi e slivoviça. Ce la ridiamo, io e Ennio, che ha scovato chissà dove un Masseto, che se lo trovate e avete voglia di fare una colletta come si deve, è il miglior vino del mondo.
Chiamo l'infido cugino-non-cugino Pierflavio e gli racconto della telenovela.
“Carina – mi dice – peccato che il condominio non è più “Genoa”, ora fa parte della catena “Internazionale”. Dicono che tra qualche anno diventerà definitivamente un supermercato…ahaha rido saltellando come una Ranocchia!”.
Sento dei disturbi, sulla linea, non ancora di fegato.
Ogni qual volta mio cugino si lancia in illazioni che non hanno fondamento, mi sale tutta la Grey Goose che ho bevuto in zona Brera a Milano, prima di evolvermi verso il rum.
Io ero un ragazzino sano, che cantava “serie A o serie B u Grifun l’è sempre chi”, mica cantavo “Parte destra, parte sinistra, il Grifone è presenzialista”…io nel primo portafogli che mi regalarono, tenevo come un santino la figurina di Nevio Favaro, perché quella avevo trovato per prima. Veneravo Odorizzi e Basilico e ne coltivavo il mito come fossero piantine di spezie sul davanzale, fino a tre o quattro anni fa non mi sono mai chiesto se Matteo Ferrari fosse un difensore o una plusvalenza, se col contro riscatto fossimo o meno del gatto. Per me eravamo il Genoa, il Vecchio Balordo. Il presidente, chiunque fosse, era qualcuno da temere o da combattere, a prescindere. Se poi faceva il grande acquisto, lo faceva soltanto per placare il popolo rossoblu.
Lo so, lo so, non è colpa di Prezzemolo Preziosi, che anche se parla troppo e dappertutto, è colpa del mondo che cambia. Ma io che mi sono esaltato e ho amato l’era moderna della cocaina, degli afterhours (non intesi come gruppo, bada bene) e dell’aperitivo in città vecchia. Quasi quasi in città vecchia preferivo vedere il bagascione che pisciava accovacciato nel vicolo facendo attenzione a non centrare i mutandoni e il marocchino come una perla rara che ti vendeva il fumo. Quando il condominio era una mansarda in via della Maddalena. E Nevio Favaro era il suo custode.
Ma lo scherzo della vita è che bisogna andare al passo con i tempi, oppure te ne vai in Africa e non rompi i coglioni. Allora rispondo al reazionario.
“Voglio proprio vedere se, dopo Eduardo, arriva anche Boateng…con Toni, tutto Criscito e senza vendere né Bocchetti né il Papa, cosa mi dici…un Grifone così forte dove l’hai visto?”
Pierflavio riemerge: “Ci vuole un play basso…con Kharja e Boateng la difesa prende masconi anche se di fianco a Ranocchia ci sono Juan e Lucio…”
Niente da fare, non vuol capire che quest’anno, con le altre squadre in crisi e senza soldi, e noi con una marea di giovani in giro per l’Italia a distribuire volantini della Giochi Preziosi, saremo in prima linea. Io sta telenovela me la godo con piacere, e quando inizieranno a ritrasmetterla una volta alla settimana…sarò lì con la mia bella tessera.
Quella della pay-tv, ovviamente...