mercoledì 9 dicembre 2009

CHE CINEMA, MALINDI !

Che Malindi sia il set ideale per ogni film non è un mistero. Non soltanto quelli che sono stati girati in passato e che potrebbero essere ambientati qui in futuro, ma anche quelli quotidiani che sfilano sotto gli occhi di noi tutti, le incredibili sceneggiature fornite da chi ci vive e si imbatte in storie che altrove potrebbero sembrare inverosimili. Altro che Bollywood, in questi film esotici c’è proprio di tutto: amore, mistero, abbandono, imprese eroiche e vili bassezze, piccoli grandi gesti quotidiani e storie fantastiche. Per non parlare dei dialoghi: lungometraggi che iniziano in kiswahili e finiscono in bergamasco, oppure documentari in inglese sottotitolato in inglese per far capire qualcosa anche agli inglesi stessi.
Insomma, che stupenda e infinita pellicola è la nostra cittadina. Proprio per questo meriterebbe un Festival del Cinema come altre località turistiche famose, come Cannes e Venezia. E per il premio, noi di statuette (d’ebano) ne abbiamo quante ne volete!
Eccovi allora in anteprima le nomination del Festival del Cinema di Malindi!

BALLANDO SOTTO LE ASCELLE
(Genere: Fantastico – Regia di Frank Mbuzi)
Un’appassionante e romantica favola metaforica sull’amore e sull’integrazione degli italiani a Malindi. E’ la storia di un pensionato italiano, Geremia, alto più o meno come il Ministro Brunetta, che s’invaghisce di una ragazza masai e la asseconda nella sua passione principale, che è il ballo nelle discoteche locali, dopo le due del mattino. Il povero vecchietto, pur di non lasciare la sua conquista da sola, si lancia ogni sera in pista, tra corpi che sudano e si strofinano e soprattutto guardando tutti all’altezza delle ascelle. Con l’attività motoria e il caldo, viene rapito da effluvi intensi d’Africa che in breve tempo diventeranno una sorta di droga e lo trasformeranno. Fino a quando, una mattina, si risveglierà completamente negro e fiero di esserlo…Commovente la scena dell’incontro con il suo compaesano sulla spiaggia, che abbracciandolo (in ginocchio) gli sussurra “Ora nessuno riderà più di te soltanto perché sei un nano!”

ULTIMO MANGO A MALINDI
(Genere: commedia – Regia di Nani Morettoni)
Durante la stagione delle piccole piogge, non si trovano più manghi. Una disdetta per il giovane Kaingu detto Giancesare che vuole conquistare la bella mzungu Caterina che ne è ghiotta. Quando finalmente, dopo innumerevoli ricerche, ne troverà uno grande e bellissimo, il perfido beach-boy Mwangolo detto Pierferdinando glielo ruba scappando in tuk-tuk. Dopo un inseguimento per tutta Malindi, il lieto fine. Kaingu detto Giancesare riuscirà a portare il mango, un po’ ammaccato per il vero, alla sua Caterina che però nell’attesa ha già divorato dieci papaie e non può giacere con il suo amato per via di una dissenteria fulminante. Indimenticabile la scena cult d’amore del rapporto contro natura con il Blue Band.

TRE UOMINI E UNA SHAMBA
(Genere: Grottesco – Regia di Alcool, Chapati e Charcoal)
Un classico di Malindi. Un italiano acquista un bel terreno a Mayungu per costruirci un residence a quattro stelle. Paga un prezzo d’occasione e riceve il suo titolo di proprietà. Ma quando si reca sul posto, trova già un muro di recinzione di corallo. L’ha eretto un altro italiano, che (dopo liti furiose e urla che coprono le reciproche ragioni) si scopre avere lo stesso title-deed intestato a quel terreno. Nasce una disputa tra di loro e tra i loro avvocati Omanji e Obevi, fino a che si rendono conto che in realtà chi ha fregato entrambi è l’ex proprietario del terreno, un ricco commerciante di origine araba. I due italiani decidono allora di allearsi, riuniscono gli avvocati Omanji e Obevi e si rendono conto anche che i due legulei hanno lo studio in comune. Tornano con loro nel terreno di Mayungu e scoprono che un terzo italiano nel frattempo vi ha già costruito una casa…il finale non ve lo raccontiamo ma potrebbe essere: 1. I due bloccano i lavori del terzo e (dopo liti furiose e urla che coprono le reciproche ragioni) scoprono che anche lui ha un titolo di proprietà intestato a quel terreno. Nasce una disputa tra di loro e i loro avvocati fino a che si rendono conto che in realtà chi ha fregato tutti e tre è sempre lo stesso ricco commerciante di origine araba. 2. Cercano di spiegare al nuovo inquilino che in realtà quel terreno è diviso in tre e provano inutilmente a vendergli le loro quote. 3. Presi dalla disperazione i due italiani occupano la casa e decidono che per una questione di principio rimarranno lì dentro fino a che i loro avvocati non verranno a capo della cosa. Il film prevede ovviamente un seguito: “Così è la vita in Kenya”.


FUGA DA ALRAZAK
(Genere: azione – Regia di Takeshi Katana)
Un’agguerrita coppietta di pensionati, Silverio e Robinia, che alloggiano in un appartamentino sul mare di 17 metri quadrati e vivono con la minima, accumulano debiti di gioco frequentando la cooperativa dei pescatori locali e sfidandoli a bao, una specie di dama locale. Sono sul lastrico, ipotecano l’appartamentino e tentano anche il suicidio, ingerendo dieci mandaazi a testa acquistati in un chiosco del centro con gli ultimi cinquanta scellini rimasti. Quando nella disperazione comunicano all’houseboy Vincenzino che sono costretti a licenziarlo, questi espone loro un piano diabolico. Vendendo il monoloculo sul mare e intascando il poco che rimane, saldati i debiti, possono prendere in affitto una stanza proprio sopra a un noto negozio di telefonini ed elettrodomestici di Malindi. Da lì, con pazienza si potrà progettare il colpo del secolo, perché in Kenya i piccoli negozi non hanno sistemi d’allarme. Con il bottino della refurtiva i due potranno ricominciare da capo costruendosi una capanna a Matsangoni, villaggio natale di Vincenzino, a pochi chilometri dal mare. E giocando a bao usando i fagioli al posto dei soldi…come finirà il colpo?


L’ULTIMO IMPRENDITORE
(Genere: Epico – Regia di Bernardo Bertucce)
Un capolavoro della cinematografia malindina. E’ la storia di un predestinato. In Italia, in provincia di Brescia, Furio Ghiriami faceva tutt’altro: rappresentante di calzature. Ma un giorno, per caso, si imbatte in un piccolo incidente stradale. Il facoltoso signore coinvolto nell’incidente è imbestialito perché scendendo dall’auto si è rovinato le scarpe. Stava per partecipare al Consiglio di Amministrazione di un’importante azienda, così Furio Ghiriami non ci pensa due volte ed estrae un campionario delle sue calzature. Fortuna vuole che Furio abbia il 42, numero del ricco uomo d’affari che non sa come ringraziarlo. “Mi ha salvato da una situazione imbarazzante, mi chiami, le farò una sorpresa”. Dopo due giorni Furio, incuriosito, chiama l’uomo d’affari e lui gli promette una vacanza in Kenya nel resort che ha appena acquistato. Così Furio si reca a Malindi e scopre il paradiso terrestre. “Vuoi fare il mio uomo di fiducia qui?” gli chiede il ricco signore. “Con vero piacere” risponde Furio. Il vivace bresciano s’innamora di una procace studentessa locale e le paga volentieri l’università, nel frattempo s’intrattiene anche con una segretaria d’azienda e un’operatrice turistica. Fino a quando i soldi dello stipendio del suo datore di lavoro non bastano più. Quindi decide di tornare alle origini e di fare le scarpe a tutti i ricchi uomini d’affari di Malindi. Fino a quando sarà lui a costruire il resort più lussuoso e confortevole di tutta la costa. Un palazzo di dodici piani in riva al mare tra Watamu e Kilifi, a forma di stivale. In onore non soltanto al suo Paese natio.

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