giovedì 27 maggio 2010

LA CANZONE DEL RISVEGLIO


Non ci sono motivi particolari per cui la canzone del risveglio possa essere “Purple Haze” di Jimi Hendrix o “Chi chi chi, coccocò” di Pippo Franco. Non dipende da quello che si è mangiato o bevuto la sera prima, né da una melodia ascoltata prima di andare a dormire o da una connessione di pensieri strani, shakerati come in un’alchimia chimica.
Chi si sveglia ogni mattina con un motivetto in testa e pochi altri motivi per andare avanti, lo sa bene e sta attento a non farsi condizionare. Sarebbe troppo facile cullarsi in una giornata romantica e sognante, solo perché il cervelletto come un grammofono ha sistemato la puntina su “Love me tender”, così come non è detto che “Back in black” degli AC/DC debba per forza scatenare energia e voglia di spaccare tutto. Anche se può aiutare.
Personalmente, non mi sono mai suicidato, dopo aver fatto la doccia con Jeff Buckley e non ho provato ribrezzo nel lavarmi i denti con Zucchero. Sono momenti da vivere e da accettare, come “Maledetta primavera” a novembre, cercando un senso nella strofa “che fretta c’era”…
Saranno legate ai sogni, a una qualche collusione tra armonie e sensazioni, tra la pentatonica e il vodka-tonic? Saranno transfer di spiriti burloni o le onde notturne emesse dal televisore in stand-by? Di più! Dentro quei ritornelli mentali, che arrivano all’esterno sotto forma di fischietti o tentativi di ricordare per poi macinare e sputare le parole, c’è la nostra essenza, l’instabile equilibrio del sistema nervoso, la varietà di soluzioni dell’inconscio e l’immane, incredibile lavoro della ragione che deve far convogliare istanze, caratteri, esigenze ed espressioni agli antipodi in un atteggiamento il più coerente possibile. La compilation delle canzoni del risveglio dell’ultima settimana, sarebbe qualcosa di improponibile e paragonarla ai gusti di una persona, e pensare che possano influenzarne lo stile di vita, darebbe responsi agghiaccianti.
Chi potrebbe mai mettere su un cd o una chiavetta usb 1. “La canzone dei vecchi amanti” (Jacques Brel) 2. “Ti rockerò” (Heater Parisi, vale la pena ricordare il ritornello: “ti rockerò, ti shockerò, sarò solo la tua pupa rock” 3. Walk this way (Aerosmith & RunDMC, con piedi gonfi e una lieve zoppia…) 4. “Auschwitz” (Guccini e i Nomadi, risveglio allegrissimo!) 5. “George & Mildred” (sigla dell’omonimo telefilm, nella versione italiana, soprattutto la strofa “la mia giovinezza caro George, tu me l’hai rubata ed era solo mia”) 6. Hard Rain (Bob Dylan, chiaramente è un gran bel giorno di sole) 7. “Iris” (Biagio Antonacci, forte la tentazione di andare dallo psicanalista).
Eppure stiamo parlando di qualcosa che ci accompagna lungo tutta un’esistenza, il jukebox mattutino rappresenta l’infinita gamma di cromatismi mentali dell’uomo, le inclinazioni e le frustrazioni, i ricordi dell’infanzia che si mescolano con le sensazioni del presente e le premonizioni riguardo al futuro. Importante è accettare ogni refrain e canticchiarlo allegramente, senza curarsi se ci sia un nesso (terribile) tra “Ho visto un Re” e “Nano nano”, o non rinunciare a partire per un lungo viaggio solo perché ci si è alzati con “Canzone per un’amica”. Non ci si può fare niente, l’unica è sorridere, per se stessi o per il proprio partner che si è destato fischiettando “Ti lascerò”.
Solitamente il juke box dell’anima ha la funzione random con una memoria di milioni di terabyte. Capita, certo, che una particolare canzone ci torturi, tornandosene come quei sogni o incubi ricorrenti e si cerca di eliminarla cantandoci sopra qualche altra melodia. Se il tormentone diventa una malattia, forse è il caso di agire, di andare dove ci porta la canzone. Ho un amico che da vent’anni si svegliava quasi sempre con “Quel mazzolin di fiori”. Faceva il maestro di danza a Milano, ha messo su un vivaio e una serra nel Montefeltro. Ora, finalmente, tagliando orchidee e curando i lilium, fischietta “Balla balla ballerino”.

1 commento:

Maurizio Pratelli ha detto...

bellissimo post, fratello. Alla mattina passa di tutto, magari biagio riesco ad evitarlo anche quando non sono del tutto sveglio. Ma qualche proposta indicente tra le sei e le nove passa. Poi mi sveglio sul serio. :-)