martedì 29 giugno 2010

"THE ABBORDABLES": MEGLIO RON JEREMY DI K.P.BOATENG


Guarda te che coincidenza.
Boateng lo seguivo anch’io da un po’ di tempo.
Almeno da quando ha preferito la Tennent’s Super alla Franziskaner Weiss.
Non che mi faccia impazzire, ma sicuramente è meglio di Van Den Borre, anche come possibile protagonista di film hard-core.
Ne parlo al Twelve Gates di Durban, con il giornalista sportivo tanzaniano Bumba Lalango, mentre seguo distrattamente le evoluzioni di Robinho e spalpebreggio sulle chiappone della cameriera bionda Nadia, che sarebbe perfetta coprotagonista per un pornazzo, ma al fianco (o meglio: dietro, sopra, sotto) del grande Ron Jeremy.
Altro che Kevin Prince Boateng. Quello al massimo può competere grazie al nome e ai tatuaggi.
Bumba, a dispetto del suo nome, è una scheggia d’ebano di un metro e sessantacinque e lo puoi sistemare tranquillamente nello spazio tra il frigorifero e il muro, utilizzandolo come apribottiglie con i suoi dentoni alla Luis Suarez.
Mi dice che sotto i pantaloni, a Ron Jeremy lo farebbe impallidire.
Lui ha coniato il nome per la mia squadra ideale dei mondiali. “The Affordables”, gli acquistabili dal Genoa. Io l’ho maccheronizzata in “The Abbordables”, immaginando allo stesso tempo un vascello somalo con un Gaspirata sulla tolda, Juric rampante sull’albero di trinchetto, il Comandante Prez a prua. Lupi di mare a caccia di scialuppe che navighino in cattive acque con cui fare affari, dopo aver doppiato Capo di Buona Speranza e dopato Capo Zucca.
Fare acquisti ai mondiali è come cercare i saldi a Natale in via Montenapoleone a Milano.
Non dovrebbe essere aria per chi è abituato alle rate Agos dei centri commerciali.
Nadia mi porge foglio e penna e mette in evidenza l’avantreno. Questa la faccio volare come Webber, tanto atterra sui respingenti.Pub del cazzo. Come rum hanno solo il Pampero Aniversario e come vodka l’Absolut.
Vedo su una mensola in alto l’etichetta del Remy Martin e dico a Bumba “vaffanculo” in swahili.
Capisce al balzo e tratta sul prezzo dell’intera boccia impolverata.
Scrivo la formazione degli “Abbordables”.
In porta, ovviamente, Romero. Non per l’espressione da cugino bello di Rubinho o fratello idiota di Demichelis, ma perché tra i buoni numeri 1 è quello che più degli altri è stato avvicinato al Genoa. Infatti l’ho dovuto comperare dall’altra mia formazione, i “The Buffalos”. Verrà brillantemente sostituito da Diego Alves (che sarebbe piaciuto al Gaspagnolo) con Eduardo a fare i saldi di Natale in casa Cupiello.
Nella difesa a 3 da Gaspavento ci metto il cileno Ponce, capelli al vento e buon killer anche se preferisco Lola, che ha voce e culo ragguardevole. Ovviamente al centro Diego Lugano, che ormai probabilmente è un fuori quota, e il Papa che forse in parte è già nostro, pur avendo poche Gasperanze. A centrocampo io dico che, nonostante abbia trent’anni, Diego Perez sarei andato a prelevarlo a Monaco insieme a due amiche lituane di Celle Ligure e gli avrei fatto trovare Jorge Drexler, il più grande cantante uruguaiano, sul divano della suite dell’hotel di famiglia a Cornigliano, a cantargli “Todo se transforma” (così è anche pronto al possibile cambio di ruolo architettato dal Gasprofeta).
Perché da quel che ho visto io qui è un giocatore di corsa, sostanza e piede.
E direi che a trent’anni si è ancora nel fiore, se è vero che Ivan Drago Juric l’abbiamo scrotonizzato a 32. Ora, sembra che Perez abbia firmato già per il Bologna. Vuol dire che viene via al massimo a 2,5 milioni. Era super-abbordable! Poi magari al Monaco hanno il gusto retrò e piace Zapater…ma mi sa che l’iberico è mobilia solo per quell’antiquario nostalgico di Corioni, che sogna anche Recoba, Appiah, Martiradonna e Trifunovic.
Bumba ha in mano anche un Courvoisier e il numero di telefono di Nadia. Quasi quasi lo assumo come segretario. In Tanzania guadagna duecentocinquanta euro al mese ed è un signore. Due terzi se li beve e col resto non paga affitto e ristoranti.
Sarà, ma io Boateng lo vedo sulla fascia, perché a fianco di Perez sogno un regista con le Gaspelotas, uno che detta i tempi, uno talmente preciso che per pulirsi il culo usa il goniometro.
Altro che Annan, con buona pace delle Nazioni Unite. Ma forse questo ruolo non esiste più.
Infatti mi chiedevo come mai il Cile non avesse convocato Pizarro. Uno che anche il Gaspatriota approverebbe, perché ormai si è fatto le ossa e anche la pancetta nella nostra bella Penisola.
“Si gira troppe volte su se stesso” è stato il commento di un reporter di Santiago frequentatore di un hammam turco a Jo’Burg. In base a questi criteri, Milanetto dovrebbe giocare da almeno dieci anni nel Borgomanero e Montolivo tornare nell’azienda paterna di extravergine d’altura.
A sinistra, ovviamente, il messicano Salcido che oltretutto ha una cannella fungiforme che Scarpi in allenamento potrebbe gustarsi comodamente a bordo campo, per evitare figuracce.
Davanti, il mio idolo Beausejour, che Dos Santos lo mette a nannuccia rimboccandogli le coperte e che torna in difesa prima ancora che glielo chieda il Gaspretenzioso, ed Eljero Elia, che mi piace più di Barrera (non torna nessuno dei due, se non per dire al Gaspirla, “cazzo avevi da urlare”?).
Al centro non so se ci sono “abbordable”, ma mi accontenterei dello svizzero Derdiyok, se raddrizzasse il piede. Col piede attuale potrebbe piacere molto al Gasprendilo.
La nave pirata va. Ha solcato l’Oceano Indiano ed è diretta in Kenya.
Punta forse al prestito di Mariga?
Dopo aver trovato una zulu per Bumba, abbastanza esile da non distruggerlo, attendo che Nadia finisca il turno al Twelve Gates. Lei sì che è decisamente abbordable. Sarebbe da proporla per un nuovo genere, il Gasporno. Tipo orgia tattica, gente che torna, torna e non viene mai, squadra lunga come la vuvuzela di Bumba, attacchi sterili con Gaspreservativo, posizioni rispettate, dal missionario all’usum pecora, e altre amenità che, dopo sussulti ed erezioni iniziali, poco a poco tendono ad ammosciare.
Fino a quando arriva Ron Jeremy, il fuoriclasse, e risolve lui.
E stavolta senza fallo da dietro.
Passi per Toni, ok per Sorrentino (meglio il regista, con Tony Pagoda direttore sportivo), ma Boateng…non so.
Per avere un Grifone penetrante ci vuole uno come Ron! Il Brasile di stasera ne aveva almeno sette. Mezze punte a centrocampo, ali usate come interni, attaccanti da tridente del Gaspregiudicato utilizzati da terzini, centrali goleador che ti impostano anche l’azione…
“Jeremy? Non lo conosco…” mente quella porcellina di Nadia, versandosi del Courvoisier raccattato dove lei sapeva.
“E Giuliano dell’Internacional?”
“Uhm…Nemmeno”
Il mio veliero entra in porto, quello dei Gaspreziosi è ancora in alto mare.
Altro che Boateng.
Ron, per favore, aggiusta il baffetto, prendi il tuo fuoribordo, carica sopra una decina di mignottone gaudenti e pensaci tu.

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