lunedì 5 luglio 2010

NEVIO FAVARO, I MUMFORD E LA COMMEDIA DI EDUARDO


E’ come chi cerca un album dei Mumford & Sons. A parte che sono pochi, perché è un mondo di merda che piange Taricone e non sa chi sia Saramago. Col carisma di Bondi, la favella di Marco Civoli e il savoir faire di Felipe Melo, convinci uno a comperare “Sigh no more” dei Mumford e quello dopo tre ore ti chiama: “eh, ma non l’ho trovato alla Mediaworld…”.Perché, ci trovi una Ovation dodici corde? Il Benriach? Il Demerara 1970 alla Mediaworld? Ci trovi tua sorella che batte? Magari questa settimana e solo questa settimana prima del decoroso oblio, ci puoi raccattare “I grandi successi di Gepy & Gepy” o gusterai le specialità culinarie del Montefeltro, sfuggite ancora per poco alla Denominazione d’Origine Europea.
Così qui in Sudafrica, enorme centro commerciale ormai svuotato delle meraviglie sudamericane e delle finte offerte speciali messicane, giapponesi e slovacche, rimangono sugli scaffali di Soccer City e di Cape Town solo i nuovi “Top 11” e i semifinalisti. Giochi assurdi della grande distribuzione per i quali Podolski vale cinque volte Beausejour solo perché è andato più avanti ed è in bella mostra nel reparto Carri armati.
Io, un grande genoano che vive a Durban di nome Ennio e il giornalista tanzaniano Bumba, non abbiamo bisogno della settimana del ciauscolo, dei coglioni di mulo, o dei ciarimboli. Che Perez è l’uomo giusto per sostituire Juric lo abbiamo capito da mo’, quando ancora non sapevamo se l’Uruguay avrebbe passato il turno. Così come che Dos Santos è una giovanissima salamella.
Ora siamo tutti col fiato sospeso, in attesa che la commedia di Eduardo si risolva con un lieto fine.
Il riassunto delle puntate precedenti della telenovela “Condominio Genoa” racconta che nelle prime puntate il portiere Amelia litiga con il Gaspadrone e dopo qualche mese gli amministratori riescono a fargli fare le valige per un hotel cinque stelle di Milano, stabile di pregio in odor di decadenza. Ora tutti sanno che c’è bisogno di un nuovo receptionist. Il Gaspadrone, che ha gestito in passato un piccolo residence al sud, vorrebbe un Sorrentino o un garzone che aveva anni fa e che nel frattempo, sopravvalutato, fa il consierge in Costa Smeralda. In cambio manderebbe loro volentieri il fattorino Robert, che è caruccio e deve fare ancora gavetta. C’era anche un portiere brasiliano, Felipe, che però caratterialmente non dava affidamento. Poi magari ti fanno entrare nel condominio giri strani di transattaccanti, oscuri personaggi mezzi uomini e mezze ali, terzini che escono a fare commissioni dalle porte laterali e non tornano mai. Nel centro commerciale Sudafrica c’era anche un greco che fa il portiere come Olivera puliva le mattonelle, un serbo che non voleva fare il figlio della serba e finalmente uno interessante pronto a calare la Braga in quanto a provvigioni.
Ora, dice la telenovela, si prova con lui. Intanto la suite condominiale è stata occupata da uno stambeccone che in Sudafrica non c’era, e questo depone a suo favore. “Era fuori stock…ma rimediamo subito”, è stata la scusa più gettonata dagli inservienti.
Da qui a qualche giorno, si attende il maitre del ristorante, quello capace di far girare le cose come si deve, perché per tutto l’anno scorso quel ruolo ha dovuto interpretarlo il sommelier, che oltretutto ha una certa età e non avrà più al suo fianco il contrabbandiere croato che gli procurava porcini dei carpazi e slivoviça. Ce la ridiamo, io e Ennio, che ha scovato chissà dove un Masseto, che se lo trovate e avete voglia di fare una colletta come si deve, è il miglior vino del mondo.
Chiamo l'infido cugino-non-cugino Pierflavio e gli racconto della telenovela.
“Carina – mi dice – peccato che il condominio non è più “Genoa”, ora fa parte della catena “Internazionale”. Dicono che tra qualche anno diventerà definitivamente un supermercato…ahaha rido saltellando come una Ranocchia!”.
Sento dei disturbi, sulla linea, non ancora di fegato.
Ogni qual volta mio cugino si lancia in illazioni che non hanno fondamento, mi sale tutta la Grey Goose che ho bevuto in zona Brera a Milano, prima di evolvermi verso il rum.
Io ero un ragazzino sano, che cantava “serie A o serie B u Grifun l’è sempre chi”, mica cantavo “Parte destra, parte sinistra, il Grifone è presenzialista”…io nel primo portafogli che mi regalarono, tenevo come un santino la figurina di Nevio Favaro, perché quella avevo trovato per prima. Veneravo Odorizzi e Basilico e ne coltivavo il mito come fossero piantine di spezie sul davanzale, fino a tre o quattro anni fa non mi sono mai chiesto se Matteo Ferrari fosse un difensore o una plusvalenza, se col contro riscatto fossimo o meno del gatto. Per me eravamo il Genoa, il Vecchio Balordo. Il presidente, chiunque fosse, era qualcuno da temere o da combattere, a prescindere. Se poi faceva il grande acquisto, lo faceva soltanto per placare il popolo rossoblu.
Lo so, lo so, non è colpa di Prezzemolo Preziosi, che anche se parla troppo e dappertutto, è colpa del mondo che cambia. Ma io che mi sono esaltato e ho amato l’era moderna della cocaina, degli afterhours (non intesi come gruppo, bada bene) e dell’aperitivo in città vecchia. Quasi quasi in città vecchia preferivo vedere il bagascione che pisciava accovacciato nel vicolo facendo attenzione a non centrare i mutandoni e il marocchino come una perla rara che ti vendeva il fumo. Quando il condominio era una mansarda in via della Maddalena. E Nevio Favaro era il suo custode.
Ma lo scherzo della vita è che bisogna andare al passo con i tempi, oppure te ne vai in Africa e non rompi i coglioni. Allora rispondo al reazionario.
“Voglio proprio vedere se, dopo Eduardo, arriva anche Boateng…con Toni, tutto Criscito e senza vendere né Bocchetti né il Papa, cosa mi dici…un Grifone così forte dove l’hai visto?”
Pierflavio riemerge: “Ci vuole un play basso…con Kharja e Boateng la difesa prende masconi anche se di fianco a Ranocchia ci sono Juan e Lucio…”
Niente da fare, non vuol capire che quest’anno, con le altre squadre in crisi e senza soldi, e noi con una marea di giovani in giro per l’Italia a distribuire volantini della Giochi Preziosi, saremo in prima linea. Io sta telenovela me la godo con piacere, e quando inizieranno a ritrasmetterla una volta alla settimana…sarò lì con la mia bella tessera.
Quella della pay-tv, ovviamente...

1 commento:

Maurizio Pratelli ha detto...

sarei sempre un figlio unico. caro fratello! :-)