lunedì 11 gennaio 2010

ASANTE SANA NDUGU!


Cinquecento libri venduti allo stadio dai Grifoni in Rete per un piccolo sogno rossoblu in Kenya.

Nonno Kazungu sa che ogni uomo non camminerà mai solo.
Sarà che, come molti quaggiù, lui è nato nella dimensione giusta.
Non la grande metropoli, non la cittadina commerciale.
Il piccolo villaggio.
Il microcosmo dove quasi tutti sono parenti ma dove ognuno vive nel terreno dell’altro, dove se Katana ha il mais e Mwachiro i pomodori, è assodato che le famiglie per sempre mangeranno polenta e sugo di pomodoro insieme. Dove se uno è bastardo, decide di andarsene prima che siano gli altri a spedirlo via a calci.
Sì, certo, Kazungu sa anche che è la povertà a tenerli insieme, le radici umili e la poca volontà di cambiare le cose in meglio. La mancanza di individualismo, di ambizioni.
Nonno Kazungu sa.
Quindi preferisco raccontare a Kitsao la storia dei fratelli che vivono a ottomila chilometri di distanza da qui, che se ci si vuole andare a piedi, è come fare per trentasette anni tutti i giorni Kakoneni-Malindi andata e ritorno, più attraversare a nuoto per altri sei anni il creek di Kilifi.
I fratelli rossoblu non sanno quasi niente del Kenya. Sì, certo, hanno letto tante storie, conoscono la geografia, hanno visto filmati alla tivù, specialmente sulla Savana e gli animali, ma anche sulle baraccopoli di Nairobi e sugli scontri etnici, sui masai e sulle bianche spiagge di Malindi e Watamu.
Però alcuni di loro conoscono il Kenya perché un ex ragazzo che ha la medesima passione e, senza che nessuno gliel’abbia insegnato, sa soffrire e godere nella loro stessa maniera, ci è andato a vivere e da sempre se lo porta dentro.
Lo vedono raramente, ma seguono spesso le sue storie, e lui fa di tutto per farsi leggere il sangue, non l’inchiostro della penna, le pareti del cuore, non la tappezzeria dell’anima.
Lui arriva a primavera inoltrata, come taluni uccelli tropicali di una volta, che oggi si fermano nelle oasi tunisine. Non ci sono molte parole da dirsi.
L’incontro è tutto nella fisicità di un abbraccio, nel magnetismo di uno sguardo, nel sorso di birra bevuto al reciproco sorriso, nella mai dimenticata sincronia del canto all’unisono.
Questa volta è riuscito a imprimere le sue grandi passioni, quella che lo unisce ai fratelli e quella che lo ha allontanato trentasette anni a piedi da Malindi, in un libro. E ha pensato che con questo libro potrebbe magari insegnare un pezzetto di quell’altra fede a qualche bimbo come Kitsao.
Perché con quell’amore puro, così lontano da certe logiche attuali come l’Africa è ancora distante dalla civiltà occidentale, si può vivere più felici. Perché chi non ha nulla, non solo non ha nulla da perdere, come canta quella canzone di Bob Dylan che Kitsao conosce perché proprio l’ex ragazzo un giorno gliel’ha fatta ascoltare e l’hanno tradotta insieme in swahili, poco per volta con il maccheronismo di un italo-malindino e di un quinto-elementare di savana.
Dylan non lo sa, ma chi non ha nulla, può scegliere il meglio!
“Tra le cose che costano poco” avrebbe aggiunto nonno Kazungu.
Tutto da solo, ha trovato qualcuno che credesse nel suo sogno, gente che è abituata ad aiutare chi soffre in silenzio, con dignità, rispettando le sue origini e la terra che gli garantisce la sopravvivenza quotidiana. Si chiamano Onlus, qualcuna è migliore di altre, così come ci sono fratelli e fratelli.
Allora i fratelli che sono più fratelli di altri hanno preso questo libro e lo hanno portato nel grande tempio dove ci si incontra anche con quelli lontani che arrivano una volta all’anno e hanno chiesto a chi ha la stessa passione di comprarlo, perché con i soldi del libro si può insegnare a Kitsao e ai suoi amici quanto può essere grande un cuore, anche se a volte ha bisogno di una scusa per non vergognarsi della sua grandezza.
Vivere Genoa è la scusa più bella che il cuore potesse trovare.
Ti insegneremo anche questo, piccolo Kitsao.

Dice Kitsao che vuole ringraziare i Grifoni in Rete per la raccolta di fondi attraverso la vendita dei libri di Freddie. Solo ieri allo stadio, nei banchetti approntati in ogni settore del Ferraris, ne sono stati venduti cinquecento.
I lavori per il pozzo che darà acqua alla scuola elementare dove sorgerà la scuola calcio rossoblu, inizieranno a giorni. Vi terremo informati e spediremo foto sull’avanzamento del progetto.

ASANTE SANA NDUGU!
Grazie fratelli.

Nessun commento: