giovedì 5 agosto 2010

FREDDIE BECCIONI: LA BALLATA DEL SOGNATORE GENOANO


E’ il gioco più entusiasmante del mondo.
Perché io mi sono fatto il culo vero per arrivare dove sono arrivato, per diamine!
Anche se talvolta ho giocato, quello era lavoro, duro lavoro da piazzista prima, da scaltro uomo d’affari poi. Tutto per poter ambire a permettermi certi lussi.
Si può dire “lussi” al plurale? No? E ambire al singolare? Altrettanto?
E chissenefrega. Io lo posso dire.
Che poi io sono uno sano. A me le schifezze della coca, dei pasticchini portentosi non mi dicono niente. Il casino non mi da alcun brivido e a giocare in borsa ci pensano i miei broker. Pure le belle fighe mi stufano presto. Due botte, meglio se non capiscono l’italiano e non fanno tante domande, e ciao.
Ma quel gioco, quello mi appassiona e mi fa tornare bambino.
Lo so, mi costa tre o quattro miliardi all’anno. Ma cosa sono per me? Poca roba, per il mio hobby principale. E poi, lo vedi che pubblicità positiva mi porta? Tutti a parlare degli affari che faccio, tutti a ringraziarmi per tenere vivo il mercato, tutti a propormi di entrare in società negli acquisti. Gente che qualche anno fa solo a sentire nominare il mio nome gli si rizzavano i peli delle braccia…uno ad uno si sono dovuti ricredere. E’ bastato che quel burattinaio di Luciano venisse messo da parte, e ci ho pensato io.
Da quando siamo in serie A, ho assunto un’importanza sempre maggiore. Il primo anno sono entrato non dico in punta d’uccello, ma quasi. Bordeggiando, colpetti d’anca, strizzatine d’occhio. Qualche operazioncina coi giovani, la valorizzazione di Borriello…e vai con la prima estate divertente: le alleanze, le scommesse, le comproprietà…Milan, Inter, Juve già a trattare con me. Quel rincoglionito di Aurelio…cazzi suoi. Anche con Rossella non c’è feeling, è una donna… che vuoi pretendere. Ma gli altri, sono tutti pesci piccoli e grossi che verranno alla mia rete come un innocuo pallonetto a Scarpi.
E se l’anno scorso mi sono divertito, quest’estate ho fatto dei giochetti ancora più arditi!
Un mazzetto di svincolati, che uno mo’ non so neanche dove piazzarlo, un paio di prestiti come avevo fatto l’anno prima con Massimo, e qualche acquisto secco che se va male, come con Floccari, c’è sempre Claudione il laziale che me lo paga in tre anni, oppure la Turchia o la Spagna.
Anche quest’anno ne ho presi una decina e ne venderò altrettanti, non sapete che libidine. E intanto ci provo. Sì, perché ogni tanto bisogna anche pensare ai tifosi, eh? Non si dica che non ci penso… senza i tifosi una squadra di calcio non ha senso. E’ quasi come non avere il campo d’allenamento, il preparatore atletico, il magazziniere, l’addetto ai rapporti con l’arbitro. I tifosi sono una componente essenziale. Poi quando mi idolatrano, eh…non so se l’avete mai provato, anzi lo so, non l’avete provato mai…è una bella sensazione, sapete? Se ti idolatra il magazziniere è uno solo, e poi lo paghi tu. I tifosi, invece… a parte qualcuno… Comunque io ci provo, quest’anno do la chance a Gianpiero. Vediamo se è capace di andare in Champions League. Una bella scommessa, che pagherà con la sua conferma e la sua carriera. Male che vada, se lo prende Lotito.
Ah, quant’è bello il calciomercato…più bello del calcio!

YEOWN!!!
Ma guarda che cazzo di sogni deve fare uno che si è sbronzato per aver festeggiato l’acquisto di Rafinha. L’ennesima perla di un calciomercato che ci vede protagonisti assoluti. Mi sveglio con due panici contraddistinti: il vuoto nel letto (devo avere scoreggiato troppo, e anche una escort alla fine ne risente) e tutte le componenti inserite per lanciare l’ictus.
Il colpo Rafinha, però, meritava questo e di più. Mi sembra di sognare, e infatti ho sognato l’Altissimo, alle prese con un surreale soliloquio.
L’alcool me lo ha un po’ distorto, era un sogno vagamente livoroso, forse. O solo liquoroso.
Ma cercate di capirmi…questo Genoa è come la mia vita: godere al massimo del presente e rischiare di risvegliarsi con presentimenti di un futuro calante.
Cena: linguine al nero di seppia con pecorino siciliano, e giù due bottiglie di Angimbè Cusumano. Poi spigola all’acquapazza e un sorbetto di fragola e lime.
Se di fianco hai una spagnola di ventuno anni che si chiama Alahambra, viene anche più facile scolarsi a riporto una boccia di Zacapa col fondente al settantacinque per cento.
Io la vita me la so leccare come una patatina sorridente, questo l'avete già capito. Ma cosa penserebbero i miei sodali milanesi di un quarantacinquenne alle prese con i primi evidenti segni di pinguedine da cibo e alcool, che mentre ha di fronte una bella gnocca che ti parla con la esse di Belen e sniffa come Fernandinha, scrive sul tovagliolo la formazione dei suoi sogni: Eduardo, Chico Ranocchia Moretti, Rafinha, Veloso, Zuculini, Criscito, Palacio, Toni, Kharja. E allooooraaa! Mica male, no? Cazzi e contro cazzi, quando mai abbiamo avuto un Grifone del genere? Guarda che davvero se prendi un difensore destro coi contro cazzi e vendi Bocchetti (ma chi lo vuole, però…) e dai via Sculli (che mi spiace un po’ perché è uno che da l’anima, come se il Genoa fosse la sua ‘ndrangheta) prendendo un tornante bellobbello…qui ce la giochiamo anche per il secondo e terzo posto, sai?
Accontentiamoci, dai!
Certo, gli scudetti non si vincono d’estate…ma quest’anno si parte davvero alla grande.
Tutti, dico tutti, sono autorizzati a sognare. E i sogni mica li decidi tu, basta che sei autorizzato, che hai la tessera del sognatore, e vedi un po’ che ti arriva il palinsesto!
Fanculo. Ho mal di testa, prendo la chitarra e compongo la ballata del sogno grifone.

Sogneranno gli abbonati, gli schedati, gli associati, i tifosi addomesticati.
Gli adoratori, gli adulatori, gli speculatori e i vicecaporedattori.
Sogneranno i presenti, i dissidenti, i decodificati e i teledipendenti.
I prestanomi, i pretendenti, i preziosiani e presidenti.
Quelli finti e quelli ardenti e i George Clooney dei Ponenti.
I pierflavi livorosi, i lariani malmostosi, gli africani cespugliosi e i pessimisti misternosi.
Sogneranno i tortonesi, i dublinesi, gli avellinesi, i pier sospinti e i piè sospesi.
Gli zerbini, gli zarbani, i pro-Fini e i profani, gli sculati e gli sculliani,
I santeodori e santolcesi, i boccadassi e san fruttuosi.
I commossi, i timossi, gli ortodossi e i paradossi.
Gli ammalati, gli anestetizzati, gli anabolizzanti e gli adamolizzati.
Le marmotte e i marmorati.
Sogneranno a Castelletto, a Molinetto, sul muretto e con le birre del Pontetto.
Sogneranno tutti quelli meno bravi di Milanetto.
A Borgoratti e Borgo Pila, quelli in coda e quelli in fila.
In trasferta e sui pulmini, tra focacce e formaggini.
A Ponente e a Levante, da La Spezia fino al Po.
A Sampedenna meno, a Trasta proprio no.
Sogneranno torrentando, ruotolando, skuravando e militando.
Sognerà il pato sudamericano e il capellone nostrano, il parente laziale e l’assessore comunale.
Gli agnostici e i layotici, gli aruspici e i patetici.
I tattici e gli onofrici i tuttologi e i multisitici.
I vampiri, i crumiri, i fachiri e i mitici mashiri.
I sirianni e le sirene, le milizie e le milene.
Le giovani giovanne, le nonne e le angioline.
I pargoli e le bimbe, quelle ancora più piccine.
I gred i degio, le lauree e i laureandi.
I ruggeri, le paolette i comatosi e gli alessandri.
Sogneranno gli ingrifati, sogneranno i maniman, gli emigranti di caserta e i cauzisti de milàn.
Sogneremo a più non posso, sogneremo a testa in su, intellettuali innemesiti e ostricari rossi e blu.
I saltuari, i salterini, le bagasce e i bagarini.
I diffidenti, i diffidati, i ricchioni e i recchelini.
I guru, i megu, gli oldblocks, i new trolls e gli espanaporfavor.
Nelle zone di confine e sui siti di regime.
Baciapile, complottisti, mugugnoni e ballerine.
Sogneranno gli obesi, gli incompresi, i barbudos e i savonesi.
I pulcini, i cretini, i brenzini e gli zenicosini.
I tribuni della sera e gli ultras da tastiera.
La pasionaria, la cameriera, il drogato e la droghiera.
Gli scantamburli, i pizzighettoni, gli impellicciati e i carforosi,
I lumezzani, gli sciarpagialli, gli sciamani e gli sciacalli.
Sogneranno i leoni, i coglioni, i beccioni, i Tonii e i Toni.
Gli Stellini e gli stelloni.
Sognerà chi ha fatto sega, sognerà chi ha fatto fiasco e qualcuno griderà: “Chi non sogna è di Grugliasco!”.
Sogneranno (e come sempre sarà un sogno molto umano)
Tutti i cuori rossoblu volati nel Terzo Piano.
Faber, Edo, il Professore, Claudio, Picchia e il Capitano.
Un fratello e una sorella, la mamma e il papà che allo stadio ci portavano per mano.
Il migliore amico, il collega di lavoro, il nonno lo zio, un conoscente o il fidanzato.

Più di un secolo di storia, più di un secolo di cuori, più di un secolo di fede ce l’hanno insegnato.
Il Genoa è un sogno e, male che vada, ci risveglieremo lassù, di fianco a loro, ad urlare a perdifiato, a cantare a squarciagola. E quella stella, che ci è sempre apparsa solo in sogno, sarà lì, dentro di noi.
E come noi, non sarà mai sola.

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