sabato 14 agosto 2010

SANT'ALFREDO E LO ZUCCOTTO


Domani, 15 agosto, il calendario cristiano suggerisce di ricordare il Santo Alfredo.
Trattasi di un ricchissimo uomo di chiesa tedesco che fece erigere monasteri, si fece più o meno i cazzi suoi e ci teneva ad essere ricordato e celebrato, tanto che (pagando cifre blu, s’intende) si garantì la santità ancora in vita, più o meno come riuscirà in qualche modo a fare Berlusconi.
Quand’ero bambino, la mamma (spinta probabilmente da sua madre, l’unica della famiglia che, pur bestemmiando come un cosacco, si recava in chiesa la domenica, o più probabilmente dalla passione per i dolci) festeggiava l’onomastico aggiungendo alla cena un dessert rinfrescante, dato che negli anni Settanta ad agosto faceva sempre caldo. Detto per inciso, io non amo i dolci.
Vado pazzo però per il gelato, quindi ringraziavo Alfredo da Hildesheim di essere nato a ferragosto.
Finchè non fui in grado di intendere, volere e uscire la sera, in tavola arrivava lo zuccotto con i canditi, semifreddo preferito di mia madre, che a me piaceva poco più delle interiora di struzzo e poco meno dello zucchero filato, che da bambino schifavo gentilmente.
L’altra particolarità della festa del santo sassone, è che avendo mio padre quasi sempre inviti a cena per ferragosto, feste di mare con fuochi d’artificio, sagre paesane, cene di vicini di roulotte, convivi di corregionali incontrati in vacanza, mi è sempre stato raccontato che Sant’Alfredo cadeva il 14 agosto, e si è sempre festeggiato di conseguenza.
Una celebrazione dimenticabile, ma tanta è a volte la nostalgia di quegli anni spensierati, verdi in cui il mondo viaggiava a velocità più umane, che questa sera, anzi domani sera, per la prima volta il 15 agosto, mi mangerei uno zuccotto.

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