lunedì 2 agosto 2010

IMMONDANITA'


Con uno sforzo immane della Municipalità, Malindi è stata appena ripulita dalla spazzatura e dai rimasugli della fangosa stagione delle piogge, per il vero una delle meno acquose degli ultimi anni. Lo sforzo è stato quello di resistere alla tentazione di mettersi in tasca buona parte dei 70 mila euro che il Governo di Nairobi ha dato al Comune per fare piazza e strade pulite.
In questa cornice provvisoriamente linda, in attesa che arabi e indiani facciano il loro per ripristinare il loro amato equilibrio biologico da fosse, arrivano gli italiani. Mandrie di bufalotti bianchicci e ossa femminili vaporose, siliconate e sculettanti tentano di svettare, senza mischiarsi né confondersi, con la già vasta gamma di fauna locale. Curiosamente certe signore imitano i leporismi delle labbra africane e lavorano sui davanzali per la rabbia di non poter competere con i retrotreni. Sono chiassosi, lunatici, per nulla denuclearizzati dalle tossine italiche, dallo stress delle scissioni finiane. I meglio sembrano essere i ragazzini della generazione YZW, ai quali l'Africa deve far bene, perchè non si vedono gameboy in spiaggia e ancora non hanno inventato il chupito, lo chiamano semplicemente "single" or "double". Schifati i bimbi bevono una cocacola, certezza secolare a cui il dominio multinazionale è riuscito a non cambiare mai il nome. Dei genitori che dire: coppie scoppiate che si dividono il compito di onorare il meltin' pot (un ristorante con servizietti in camera presto aprirà in centro con questo nome), pensionati austeri solo quando c'è da pagare la manovalanza, turistelli timidi accerchiati da branchi di beach-boys. Il solito via vai ovunque ci sia cemento e, dietro l'angolo tra la meraviglia e la vera povertà, come sempre, nessuno. Nascosti anche i vip, tra beauty farm e percorsi obbligati safari-natanti-resort esclusivi. Presenti, nei luoghi che contano (Casino in primis) i semivip, sempre troppo indignati di non essere abbastanza conosciuti e indignati. Premio di un milione di scellini al primo croupier di colore che riconoscerà, chiamandolo per nome e cognome, un tronista di "Buona Domenica". Di fronte a tanta eleganza e a tanto sfoggio dell'essere umano, in questa prima botta di invasione agostana, il cielo da due giorni si è messo a piangere. Speriamo se ne faccia una ragione. Noi che eravamo come le lucciole, oggi siamo baobab e osserviamo immobili. Nulla ci scalfigge più, tutto è materiale da racconti e fucina di aggettivi. Oggi, ad esempio, viene spontaneo coniare il neologismo "Immondanità".

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