giovedì 9 dicembre 2010

EUGENE E CHARLES: DAL SOGNO ALLA GIOIOSA REALTA'


Il ciak è da film neorealista, di quelli con Alain Delon nel grigio freddo invernale in un'imprecisata località di mare italiana. Passeggiano sulla ghiaia del bagnasciuga, lanciano sassi alle onde impetuose, ridono e cacciano le mani infreddolite in tasca.
Ma non è la Rimini di "La prima notte di quiete" di Zurlini, bensì la Pegli di SkySport 24. Attori: Charles Bruno e Eugene Moses. Ieri il capitano della Karibuni-Genoa di Malindi e il suo viceallenatore sedicenne, titolare della nazionale Under 20 keniota, hanno vissuto una delle più felici giornate della loro vita. La televisione sportiva li ha seguiti passo passo durante la loro esplorazione al Signorini. I loro occhioni sgranati nel seguire i movimenti di Ranocchia e Toni, le parate di Eduardo durante l'allenamento a porte chiuse, parlavano il sincero e muto linguaggio dell'entusiasmo. Dopo il battesimo con la nuova realtà, hanno incontrato i campioni. Bruno, centrocampista difensivo trasformato in difensore centrale, voleva stringere la mano a Ranocchia. "E' vero che se si gioca bene nel Genoa, poi si può andare facilmente all'Inter e al Milan?". Charles lo chiede sottovoce, Riccardo Re di Sky lo rilancia a Ranocchia che chiede gentilmente di glissare, ma si mette di fianco al suo "collega" di reparto. "Allora sarai il mio sostituto...ma non a gennaio, eh?". Si ride, ancor di più con Franco Zuculini, quasi un coetaneo. "Tra quattro anni, ci incontreremo ai mondiali, Argentina-Kenya...". Mentre i due ragazzi della scuola calcio rossoblu in Africa vagano estasiati tra le porsche e i suv dei giocatori del Grifone, passano alla spicciolata Rafinha, Kaladze ("come li capisco, anche i bambini in Georgia hanno gli stessi sogni" e infine il loro "sogno" di giornata: Luca Toni. "He's a world champion" spiega il "fratello maggiore" Charles al quattordicenne Eugene.
Si stringono la mano, Toni fa loro gli auguri per la carriera e per la partita dell'indomani, con i giovanissimi contro il Mondovì. Altre riprese in giro per Villa Rostan, occhi appesi agli affreschi e alle coppe. Ed ecco mister Ballardini. Parla in inglese con i ragazzi e prende sotto braccio Eugene. "Quanti anni hai, 14? Mio figlio ha un anno in più di te". Il sorriso reciproco è davvero quello di un padre e un figlio, per Eugene che ha perso il suo, soldato semplice nell'esercito, quando ancora non riusciva a dare calci al pallone.
"Voglio giocare nel Genoa, è il mio sogno" dice Charles Bruno all'uscita da Villa Rostan. Ed eccoci nel film di Zurlini. Le interviste in riva al mare, le riprese mentre mangiano la focaccia di Priano a Voltri, la più buona della riviera. L'immagine della giornata di gioia immensa avviene però a telecamere spente. In riva al mare, Charles fa il gesto di saltare in groppa al piccolo Eugene. I due esplodono in una risata contagiosa: "ti rendi conto di quanto siamo felici e fortunati?".
E' solo l'inizio della loro fortuna e speriamo anche di una felicità infinita.
Ma i più fortunati siamo noi, salvati dalla loro gioia e orgogliosi di ammirare nei loro occhi la serenità perduta dell'amare il calcio e la leggerezza nel coltivare i sogni come piante rare nel deserto dello smarrimento umano.

1 commento:

Maurizio Pratelli ha detto...

quando guardo il genoa a marassi mi sembra sempre di essere in inghilterra.