mercoledì 15 ottobre 2008

L'IPPOPOTAMO WILMA E L'ANIMA DA VIVI

Un uomo bianco, enorme.
La barba incolta.
I capelli ancora più ignoranti.
La pelle aragostata dal sole, il lento e solitario galoppare dell'aragosta.
La foce del Sabaki, dove tutto è argilla e magia, ha tutte le tonalità di rosso e marrone possibili, che a Siena neanche immaginano ci sia questa terra.
L'uomo si siede sulla riva e attende. Non è cinese e non aspetta il nemico.
E' italiano e attende un ippopotamo.
Wilma, a differenza della sorella, non è puntuale. Ha passato i suoi anni migliori nell'ansa davanti alla scuola elementare di Msufini, dove gli scolari arrivavano a scuola sempre a metà della prima lezione e il maestro li puniva con dieci giri del campo sportivo all'ora di pranzo. Regolarmente, caldi e sudati come manghi sulle bancarelle, si tuffavano nel fiume e l'ippopotamo li spaventava.
Ma Wilma non ha mai masticato un essere umano.
“Mi fanno talmente schifo che non riesco nemmeno ad ammazzarli”.
Più tranquilla e serafica (se è possibile) della sorella defunta, molle e pigra ma più estrema. Wilma si presenta al cronista, ora in piedi a qualche metro dalla riva.
“Buongiorno Wilma, le ho portato tre chili di sedano”
“Te lo puoi ficcare minuziosamente nell'orifizio anale”
“Mi scusi?”
“Pinzimoniati il culo, rimbambito”
Si riconoscono i tratti di famiglia. L'occhio è apparentemente più rilassato.
“A me piacciono le melanzane, alla parmigiana”
“Senza la mano dell'uomo che tu detesti, non le potresti mangiare...”
“E chi te l'ha detto? C'è una scimmia di Marikebuni, Orazio, che le fa da dio...ha imparato da un cuoco del Palm Tree Club. Noi animali siamo in grado di fare tutte le cose utili che fa l'uomo”
“Guidare una macchina?”
“Perchè no?”
“Dirigere un'azienda?”
“Beh, ci vorrà mica una gran testa...questione di tatto ed esperienza...”
“E l'alta finanza? Gli scenziati? I professori universitari? Gli ingegneri nucleari? I politici?”
“Ho detto le cose UTILI che fa l'uomo”
Wilma è pacata, il suo linguaggio di versi arrochiti dall'acqua limacciosa con cui fa i gargarismi, è piacevole come un drenaggio renale. Ma appartiene a una razza in via d'estinzione, quella degli animali dotati di sense of humour, che sanno ascoltare e amano ancora incuriosirsi.
“Devi ammettere, Wilma, che qualche umano è da salvare...”
“Piero Angela? Licia Colò”
“magari Padre Kizito Sesana, oppure Gino Strada...”
“Mica è un veterinario...”
“Papa Ratzinger”
“Quello lo è già di più...”
“Wilma!”
“Mica sono cattolica io, sono animista. Credo alla reincarnazione. In un'altra vita ero Michele Zarrillo, in questa sono stata promossa...un gradino in più nella scala verso l'illuminazione”
“Sei buddista?”
“Anche”
“Molti uomini e donne lo stanno diventando”
“Lo sono sempre stati e tornano ad esserlo”
“Come mai, secondo te?”
“Oggi hanno paure più importanti e immediate di quella della morte, così se ne fottono dell'immortalità e tornano a coltivare l'anima da vivi”
“Beh, anche questo è il genere umano?”
“Sì, ma al genere umano continuo a preferire il poliziesco”.
C'è un uomo enorme che lascia l'argine del fiume e scala a fatica un facile dirupo, utilizzando curiosamente gambi di sedano come fossero picchetti da roccia. Sta riflettendo sulla coltivazione dell'anima da vivi e sogna un piatto di melanzane alla parmigiana cucinato da una scimmia.
La meravigliosa storia dell'uomo che parlava con gli ippopotami continua.

4 commenti:

Maurizio Pratelli ha detto...

Che dire, che qui, al massimo, ho provato a parlare con le anguille? Grande nonno!

Anonimo ha detto...

Anche le anguille hanno un anima...ma in usu-carpione!

Anonimo ha detto...

Belle le allusioni buddiste, molto profonde e comunque concordo, con gli animali si ragiona meglio, hanno più cuore di tanti esseri umani e quando si incazzano lo fanno con giusta ragione !
P.S. ma qual'è il cuoco del Palm Tree Club che ha insegnato alla scimmia a fare le Melanzane alla Parmigiana ?

Anonimo ha detto...

ndugu, sei fantastico e fantastichi fantasticamente. e poi sei serio, e sei seriamente serio.
ma finché non assaggerò la citata parmigiana di cita (o cheeta), non mi riterrò pienamente soddisfatta del tuo operato.

(??)
non so neanch'io cos'ho scritto.
ho sonno.
MABUSU!
C.